Gela. Ad un anno dalla scomparsa di Gianfranco Romano, più di cinquecento persone tra amici e parenti hanno voluto ricordarlo con una fiaccolata in sua memoria.
Un corteo mosso dal dolore e dalla rabbia per una vicenda che a livello giudiziario è ancora ferma ai primi accertamenti tecnici. Il ricordo del giovane operaio morto sul posto di lavoro è rimasto vivo nei cuori della cittadinanza intera.
Il corteo è servito anche a tenere alto il messaggio relativo alla sicurezza all’interno dei cantieri di lavoro. Le vie del centro sono state illuminate da fiaccole e da un silenzio “assordante”. La famiglia continua a pretendere chiarezza e, non a caso, si è costituita parte civile nel procedimento penale avviato davanti ai magistrati della procura.
Nei giorni scorsi, per ricordare la scomparsa di Gianfranco Romano i responsabili dell’impresa Cosmisud, per la quale lavorava, hanno fatto affiggere manifesti in ricordo. L’ iniziativa, non concordata con la famiglia, è stata bloccata da una diffida notificata tramite l’avvocato Salvo Macrì. I manifesti sono stati oscurati.
La giovane vedova Ginetta Morteo, con accanto le due figlie, ha ringraziato i partecipanti per l’interesse mostrato e l’attaccamento al ricordo di un operaio morto solo per svolgere il suo lavoro.