Gela. Avrebbe ucciso la moglie ventiduenne e fatto sparire nel nulla il cadavere. I carabinieri del reparto territoriale hanno arrestato il muratore cinquantaquattrenne Vincenzo Scudera.
Il presunto omicidio è emerso dalle ombre di un passato lontano ventisette anni.
Era l’aprile del 1987 quando della ventiduenne Rosaria Palmieri non si seppe più nulla. Silenzi, una denuncia mai presentata e un marito, lo stesso Scudera, che dopo poche settimane aveva già una relazione sentimentale con la cugina della moglie. Sono stati il figlio della vittima e la sua compagna avvocato, residenti nelle Marche, a far smuovere nuovamente le acque.
Proprio la relazione extraconiugale intrattenuta da Vincenzo Scudera, ritenuto vicino al gruppo della stidda, l’avrebbe convinto ad eliminare la giovane consorte.
“Ci siamo imbattuti – spiegano il procuratore Lucia Lotti, il pm Silvia Benetti e il maggiore Valerio Marra – in un contesto familiare molto difficile. Sono emersi comunque rimorsi soprattutto nell’animo della madre della vittima e in quello della sorella di Scudera”. Conferme sulla dinamica dei fatti sono giunte dai collaboratori Marcello Sultano, Rosario Trubia, Liborio Trainito e Calogero Riggio.
