Royalties "Argo-Cassiopea", Tar mette fine alla diatriba: "Cessata materia del contendere"
Il Tar Palermo ha ufficialmente posto fine alla contesa che si era aperta intorno alle royalties del progetto "Argo-Cassiopea", investimento di Enimed sul gas lungo la costa locale
Gela. "Cessata la materia del contendere". Con questa formula, il Tar Palermo ha ufficialmente posto fine alla contesa che si era aperta intorno alle royalties del progetto "Argo-Cassiopea", investimento di Enimed sul gas lungo la costa locale. A inizio mese, infatti, l'assessorato regionale dell'energia è ritornato sui propri passi, attraverso un'intesa generale finalizzata dai Comuni di Gela, Licata e Butera. Avranno le royalties e hanno rinunciato ai ricorsi amministrativi, inaugurati dall'amministrazione buterese, rappresentata dal legale Rocco La Placa. Addirittura, nella sequenza di accadimenti burocratici, le royalties, a marzo, furono "congelate" in attesa di verifiche sull'effettiva collocazione del giacimento per il gas. Il sindaco Di Stefano, da quel momento, ha attivato interlocuzioni istituzionali, con la Regione e con i Comuni di Licata e Butera. Si è giunti a un accordo complessivo. Sono state riviste le quote iniziali delle royalties, fissate per i tre enti territoriali, che non convincevano per nulla l'amministrazione di Butera, tanto da spingerla al ricorso amministrativo. Anche il decreto che "congelava" gli stanziamenti è stato annullato dall'assessorato. Il nuovo provvedimento, sulla soglia del trenta per cento di royalties destinata alla Regione, stabilisce che i Comuni di Gela e Licata ottengano il 43,50 per cento mentre a quello di Butera va il 13 per cento. "Deve essere dichiarata cessata la materia del contendere sul ricorso principale e su quello incidentale, poiché i provvedimenti assunti in corso di giudizio sono stati autonomamente adottati dall'amministrazione regionale e sono idonei a determinare la realizzazione piena dell'interesse sostanziale sotteso alle azioni giudiziarie proposte dal Comune di Butera e poi da quello di Gela, permettendo loro di ottenere in via amministrativa il bene della vita atteso, sì da rendere inutile la prosecuzione del processo", scrivono i magistrati del Tar.
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