Riqualificazione Montelungo a rischio, governo ha depennato la linea di finanziamento

 
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L'area di Montelungo

Gela. L’attesa è per la risposta richiesta agli uffici ministeriali. Il destino del finanziamento da quasi sei milioni di euro per la riqualificazione di Montelungo è appeso proprio alle decisioni che saranno assunte a Roma. La linea di “Rigenerazione urbana”, con fondi Pnrr, rientra tra quelle “riviste” dal governo. Di fatto, è stata depennata mentre a Palazzo di Città, nelle ultime settimane, si è proceduto all’avviso per la progettazione e l’esecuzione dei lavori. Una doccia fredda potrebbe concretizzarsi, questa volta imposta non da Palermo ma appunto dalle scelte del governo nazionale. Il settore Pnrr, in municipio, attende riscontri ad una nota trasmessa a Roma. Il dirigente Antonino Collura e i tecnici che si occupano di queste procedure non escludono che i funzionari ministeriali possano condurre una disamina più attenta attraverso il sistema Regis, salvando le procedure in stato avanzato, come quella per Montelungo. L’avviso per l’affidamento della progettazione e dei lavori, proprio a fine luglio, era stato presentato e confermato dal dirigente, dall’assessore Francesca Caruso e dal sindaco Lucio Greco. Con la linea di finanziamento depennata, però, vengono a mancare i presupposti. Palazzo di Città, da poco, aveva ricevuto un primo anticipo per il progetto, da circa 500 mila euro. Il decreto governativo venne rilasciato sul finire del 2021, quando l’assessorato municipale era retto dal civico Terenziano Di Stefano. Da quel momento, tra alti e bassi, si innestò una procedura, arrivata a fine luglio all’avviso per l’appalto integrato. L’unica via di “salvezza”, a questo punto, può concretizzarsi solo con una risposta favorevole degli uffici ministeriali o in alternativa con il trasferimento su altri programmi.

Due anni fa, prima che si procedesse con “Rigenerazione urbana”, lo stesso progetto era stato bocciato dalla Regione. Gli sviluppi successivi diedero ragione agli uffici comunali, con il sì del ministero. Ora, però, la procedura rischia di essere vanificata o comunque di dover attendere tempi migliori.

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