Gela. L’apprezzamento ufficiale della giunta regionale ha consentito di fatto di certificare l’intesa già raggiuta dall’amministrazione comunale, dall’Autorità portuale della Sicilia occidentale e da Eni, rispetto alle prossime sorti del porto rifugio, un sito da anni sostanzialmente inaccessibile. Sarà la struttura tecnica dell’Autorità portuale, adesso coordinamento unico per i siti portuali locali, ad occuparsi delle successive tappe, con la progettazione degli interventi e la gara per l’affidamento dei lavori. La stessa Autorità, come confermato dall’accordo attuativo, si farà carico dei costi ulteriori dei lavori mentre rimane confermata la copertura da oltre cinque milioni di euro, sulla scorta dell’iniziale accordo con Eni. Alla ripresa dell’attività istituzionale, il sindaco Lucio Greco cercherà di avere ulteriori riscontri sul cronoprogramma che intende adottare l’Autorità del presidente Pasqualino Monti. In questi mesi, i contatti sono stati costanti fino alla revisione dell’accordo attuativo che limita la pressione finanziaria su Palazzo di Città. “Dobbiamo accelerare e l’attenzione deve essere massima – dice Greco – l’Autorità ha la piena gestione delle strutture portuali locali e cercherò da subito di fissare un nuovo incontro per gli sviluppi successivi”. L’avvocato da tempo è fautore di un possibile polo energetico che si sviluppi su linee determinate, da “Argo-Cassiopea” passando per strutture portuali efficienti. Gas e idrogeno sono stati più volte richiamati dal sindaco e dalla sua amministrazione, in una prospettiva di evoluzione futura dell’area locale. Monti, a sua volta, ha spesso toccato questo tasto. Prima di tutto, però, servirà un porto rifugio accessibile e contemporaneamente la Zes della Sicilia orientale sta avanzando nell’iter del collegamento tra l’area portuale e l’asse stradale. L’amministrazione comunale, sfruttando proprio l’avvento dell’Autorità portuale, ha anche trasmesso alla struttura del presidente Monti il progetto di massima che venne donato da Sicindustria. Due anni fa, a seguito di un protocollo sottoscritto dal primo cittadino e dagli allora vertici degli industriali, si avviò un primo tentativo per arrivare alla cosiddetta “Marina di Gela”. Un investimento destinato a riqualificare le aree limitrofe al porto rifugio, di modo da destinarle anche a fini commerciali.
“Abbiamo trasmesso anche questo progetto all’Autorità portuale – conferma il sindaco – ha tutte le competenze e le risorse per valutarlo ed eventualmente per decidere se portarlo avanti”. Il rilancio della portualità locale, spesso messo in discussione dai pesanti definanziamenti regionali, è una prospettiva irrinunciabile per tentare di aprire sprazzi di sviluppo diversi da quelli esclusivamente industriali. Sarà un cammino lungo e anzitutto bisognerà quantificare i costi effettivi di un’eventuale smaltimento delle sabbie del sito sul lungomare. Il comitato pro-porto, sempre attivo nell’intera “vertenza”, attende che possano esserci sviluppi concreti.