Gela. La nomina del nuovo presidente del tribunale, ottenuta dal magistrato Roberto Riggio, è arrivata dopo alcuni anni di attesa, in una vicenda che ha avuto anche interventi istituzionali. Il neo presidente si è insediato a palazzo di giustizia ad inizio agosto. Gli atti che hanno portato il Consiglio superiore della magistratura a deliberare la nomina sono stati impugnati, davanti ai giudici amministrativi del Tar Lazio. Un ricorso, con sospensiva di tutti i provvedimenti, è stato avanzato dai legali di un altro magistrato, il giudice Veronica Vaccaro, a sua volta in servizio in tribunale. Gli avvocati Gianfranco Fidone, Salvatore Brighina e Rosario Giommarresi si sono rivolti ai magistrati amministrativi, chiedendo l’annullamento degli atti di nomina di Riggio, anzitutto sospendendone gli effetti. Il Tar Lazio, con un’ordinanza, ha in questa fase accolto una delle richieste avanzate dai ricorrenti. Al giudice Vaccaro dovranno essere trasmessi atti che aveva ufficialmente richiesto al Csm, ma che non erano stati ottenuti. Si tratta della documentazione che riguarda la proposta di nomina del novembre 2020, quando era stata indicata come possibile nuovo presidente il magistrato Maria Rosaria Acagnino, e quella che ha poi portato all’indicazione di Riggio, risalente al maggio di quest’anno.
Per il Tar Lazio la richiesta di avere quegli atti è legittima e tocca le “esigenze difensive” del ricorrente. Nell’ordinanza, i giudici amministrativi si sono pronunciati su questo punto, disponendo che il Csm trasmetta gli atti. Il ricorso sarà trattato successivamente nel merito. Non è stata disposta la sospensiva. Anche il presidente Riggio si è costituito nel procedimento, assistito dai legali Massimiliano Mangano e Michele Cimino.