Gela. Lo stallo dei lavori l’ha segnalato pubblicamente. Il cantiere per il raddoppio della linea di trattamento biologico del depuratore consortile è fermo da tempo. Ora, il senatore Pietro Lorefice ha deciso di forzare il silenzio degli uffici regionali, con una richiesta di accesso agli atti. In questi mesi, ha ufficialmente scritto al dipartimento regionale acqua e rifiuti ma senza avere risposte. Cosa ne sarà dei lavori, essenziali per rafforzare il sistema locale di depurazione troppo spesso carente, solo Palermo può dirlo. Partiti due anni fa, con una variante al progetto, gli interventi si sono fermati, “anche per ragioni legate ad un’inchiesta giudiziaria”, ha precisato Lorefice. L’appalto principale è stato affidato alla società Nurovi, di un gruppo imprenditoriale locale. “Ho regolarmente chiesto informazioni agli uffici regionali tramite pec ma senza risposte – dice Lorefice – adesso, cambierò modo, attraverso un accesso agli atti”. I lavori sono fermi mentre va avanti l’iter per l’ampliamento del depuratore di Macchitella, procedura però coordinata dal commissario nazionale, autorità che sta monitorando anche attraverso Invitalia.
L’appalto per il consortile, invece, fa capo alla Regione. “Come accaduto per altre procedure molto importanti – aggiunge Lorefice – la Regione dimostra di non saper portare avanti con efficienza interventi che sono strategici per la tutela ambientale e per impedire che i reflui non depurati finiscano in mare. I lavori non possono rimanere fermi”. L’ammontare complessivo ha un valore non inferiore ai sette milioni di euro. Tre anni fa la commissione parlamentare di indagine sul ciclo dei rifiuti ha effettuato ispezioni sia nell’impianto di Macchitella sia al consortile della raffineria.