Gela. Il caso della nomina dell’allora consulente alla comunicazione dell’ex sindaco Angelo Fasulo si avvia verso i giudici della Corte di Cassazione. Le accuse caddero davanti al gup. Lo scorso maggio, sia l’ex primo cittadino che il giornalista Jerry Italia furono assolti dal giudice dell’udienza preliminare con la formula “perché i fatti non sussistono”. Il verdetto pronunciato dal gup del tribunale, però, è stato impugnato dalla parte civile che ha deciso di proporre un ricorso per saltum, ovvero direttamente davanti ai giudici romani di cassazione. La decisione è stata assunta dall’avvocato Concetta Di Stefano, legale di fiducia del giornalista che aveva segnalato la vicenda. Stando alle accuse formulate dai pm della procura, Fasulo sarebbe andato incontro all’ipotesi di abuso di ufficio, nominando come consulente alla comunicazione un giornalista pubblicista, ovvero Italia, senza optare invece per un professionista. Si arrivò davanti al gup, solo dopo che il giudice delle indagini preliminari decise per l’imputazione coatta nonostante le richieste di archiviazione, intanto giunte dai magistrati della procura. I difensori dei due imputati, gli avvocati Antonio Gagliano, Flavio Sinatra e Filippo Spina, sono riusciti a dimostrare l’assoluta osservanza della normativa in materia, sottolineando come Italia avesse già svolto lo stesso incarico anche per conto di un altro ente comunale siciliano, quello di Bagheria. L’ex sindaco, a sua volta, ha sempre sostenuto di aver adottato la normativa in materia, optando per un consulente alla comunicazione vista l’assenza, a Palazzo di Città, di un vero e proprio ufficio stampa. Stando a Fasulo, dar vita ad un ufficio stampa del Comune sarebbe costato non meno di 250 mila euro. Nonostante il verdetto favorevole, però, la questione adesso dovrebbe essere nuovamente trattata davanti ai giudici, questa volta quelli romani della Corte di Cassazione.
