L’omicidio di via Livorno, Giuseppe Di Dio rimane in carcere: non ha parlato davanti al giudice

 
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Gela. Ha scelto il silenzio e non ha risposto alle domande

del giudice delle indagini preliminari Lirio Conti, che gli ha confermato la custodia cautelare in carcere

Di Dio non ha parlato. Il cinquantaquattrenne Giuseppe Di Dio si è presentato davanti al gip, nel carcere di Balate, per l’interrogatorio di garanzia successivo al suo arresto. L’uomo ha ucciso la madre, la settantacinquenne Nunzia Minardi e ferito gravemente il padre Emanuele di ottantaquattro anni. Di Dio avrebbe più volte colpito l’anziana donna che dormiva, utilizzando lo stesso ventilatore afferrato poi per scagliarsi anche contro il padre. Difeso dall’avvocato Elio Lembati, non ha parlato e le sue condizioni psichiche appaiono piuttosto segnate. L’uomo, da tempo, soffrirebbe di disturbi mentali, tanto da essere stato più volte ricoverato in strutture specializzate. Il pubblico ministero Andrea Sodani, che segue l’indagine, ha chiesto la convalida dell’arresto e la conferma della custodia cautelare in carcere. Indicazioni accolte dal gip Conti. Per la difesa, invece, lo stato psichico del cinquantaquattrenne Di Dio non sarebbe compatibile con la detenzione in carcere e così il legale Elio Lembati ha chiesto il trasferimento in una struttura specializzata.

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