Gela. Un incontro con il Ministro per la transizione ecologica Roberto Cingolani, per analizzare le motivazioni del sequestro di Eni Rewind a causa di presunte mancate bonifiche e per fare il punto sull’inteo iter delle bonifiche delle aree inquinate portate avanti finora. Lo ha richiesto il senatore grillino Pietro Lorefice all’indomani della decisione della Procura di Gela che ha puntato i fari sull’inquinamento persistente delle acque di falda. Il sequestro ad opera della Procura di Gela della Società Syndial Sicilia, ora Eni Rewinds s.p.a, ramo aziendale della raffineria di Gela che si occupa di bonifiche ha scatenato una sequela di reazioni tra l’opinione pubblica, meno invece per quel che riguarda la parte politica. In molti continuano ad andarci cauti. Prima di prendere una posizione ufficiale si aspettano le motivazioni ufficiali del sequestro, anche se quanto dichiarato dalla Procura a margine dell’operazione lascia poco spazio all’interpretazione. Secondo le indagini tecniche svolte dai consulenti dei pm non sarebbe stato rispettato il piano del ministero dell’Ambiente in merito alla bonifica delle acque di falda. Dagli accertamenti sono risultate alte concentrazioni di manganese, idrocarburi e mercurio nelle acque che poi finiscono in mare o nei terreni.
Insomma, dal piano di attuazione e monitoraggio del progetto di bonifica delle acque di falda approvato dal Ministero dell’Ambiente nel 2004, poco o nulla sarebbe cambiato. Ci vuole vedere chiaro il Senatore del M5S Pietro Lorefice che, sin dai tempi del Governo Conte si è occupato di Bonifiche assieme all’ex ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Si dice sorpreso il Senatore grillino della decisione della Procura e per questo ha chiesto un incontro al Ministero della Transizione Ecologica per fare luce su quanto stia accadendo.