Gela. “Senza un partito compatto alle spalle, il segretario cittadino può fare poco. Purtroppo, tutte le discussioni interne al Pd non fanno altro che danneggiare la città”. “Leadership monche…”. L’ex segretario democratico Carlo Romano, da mesi e per scelta, lontano dalle contese interne, traccia un primo bilancio della gestione di Peppe Di Cristina. “Sicuramente – dice – il segretario Di Cistina sta cercando di compattare il partito. Purtroppo, può contare solo su una parte dei democratici. Fasulo? Credo sia ancora un leader ma, a sua volta, solo di una fazione del partito. Le leadership di questa fase sono tutte monche. Ognuno sembra avere influenza solo su gruppi precisi. E’ un problema che ci trasciniamo da anni. Anche io, da segretario cittadino del Pd, venivo spesso tagliato fuori dalle decisioni dell’allora amministrazione del sindaco Angelo Fasulo. Non c’era l’intenzione di confrontarsi con il partito ma solo con i propri referenti politici. Cosa è cambiato da allora?”.
“Che fine ha fatto la vertenza Gela?”. Romano, comunque, appare piuttosto scettico soprattutto quando si parla di vertenza Gela. “Su questo fronte – spiega – mi chiedo che fine abbiano fatto tutti i documenti e le buone intenzioni degli scorsi mesi. Mi rivolgo a Peppe Di Cristina ma anche al segretario regionale Fausto Raciti. Qualche documento ufficiale è stato mai preso in considerazione dagli organi del partito o da esponenti del governo?”. In ogni caso, Romano conferma la sua scelta. “Non ho tessera di partito – conclude – rimango fuori per scelta ma, in ogni caso, sono molto vicino alle posizioni di Fabrizio Ferrandelli”.