Gela. “I nostri bambini sono puliti. Viviamo in condizioni di disagio ma non li abbiamo mai trascurati”. Escono allo scoperto i genitori dei tre bambini disabili finiti in un centro d’accoglienza per decisione della procura minorile di Caltanissetta.
Una segnalazione di un vicino di casa ha fatto scattare nei giorni scorsi l’ispezione dei carabinieri, assistenti sociali e ispettori dell’Asp in un appartamento del quartiere Fondo Iozza.
Al suo interno vivevano nove persone, sei adulti e tre minori disabili. Il sostituto procuratore minorile, Simona Filoni ha parlato di condizioni “indescrivibili ed incompatibili con i requisiti minimi di dignità immaginabili per gli esseri umani”.
In quell’immobile vivono l’anziano genitore di 67 anni, due figli disabili di 33 e di 30 anni, una figlia di 40 anni, un terzo figlio 38enne (l’unico che lavora) sposato, con moglie e tre bambini disabili (una femmina e due maschietti) rispettivamente di 6, 4 e 2 anni. E sono i genitori a parlare per la prima volta dopo che la notizia ha fatto il giro dei media di tutta Italia.
“Definire la nostra una casa lager o letamaio è ingiusto – dicono mantenendo l’anonimato per proteggere i loro bambini – viviamo un certo disagio ma i nostri bambini sono sempre stati curati. Potete chiedere alle maestre della scuola che frequenta, o ancora ad uno degli assistenti dell’Aias se non credete alle nostre parole”.
I genitori dei tre piccoli si sono rivolti ad un legale per riavere l’affidamento di loro bambini. Per dimostrare che è loro intenzione cambiare rotta stanno cercando un appartamento dove andare a vivere in piena autonomia, staccandosi dal resto del nucleo familiare. L’avvocato che li assiste sta preparando una memoria per dimostrare che il disagio esiste ma non nelle proporzioni con cui è stato raccontato.
I tre piccoli si trovano in un centro d’accoglienza. “Stanno bene e hanno ricevuto le prime cure – ha garantito il sostituto Simona Filoni – I bimbi giocano e indossano abiti nuovi e puliti. Con un provvedimento di urgenza sono stati collocati in una comunità protetta nel territorio della provincia di Caltanissetta. I genitori potranno incontrarli ma solo in forma protetta. Mi tengo costantemente aggiornata sullo stato di salute dei tre bambini”. I Servizi sociali del comune si sono attivati per far ripulire gli ambienti e rendere quell’appartamento fruibile.