Erano proprietari di 35 ettari di terreni, li hanno persi per il polo Agroverde: in venti impugnano tutto

 
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Gela. Il caso del polo fotovoltaico Agroverde, a breve, ritornerà sui tavoli dei magistrati amministrativi del tar di Palermo. Proprietari di 35 ettari. Sono circa venti gli ex proprietari di aree nelle zone delle contrade Cappellania, Sant’Antonio e Tenuta Bruca ad essersi rivolti ai giudici amministrativi palermitani. In totale, si estendono su 35 ettari i terreni che gli vennero espropriati per dare spazio ai cantieri avviati solo per poche settimane prima di fermarsi. Gli ex proprietari, davanti a indennità d’occupazione e d’esproprio mai ricevute o ottenute solo in parte, hanno scelto di rivolgersi ai giudici. Si tratta degli ex titolari delle aree più estese, diventate in poche settimane teatro dei primi cantieri che, almeno sulla carta, avrebbero dovuto assicurare l’avvio dell’intero progetto.

Tutto fermo. Da oltre due anni, però, tutto tace in attesa che i responsabili della cooperativa Agroverde, con in testa il presidente Stefano Italiano, diano risposte sul futuro dell’investimento. In pochi, almeno al momento, credono che quello presentato come il progetto più ambizioso a livello europeo sul fronte dell’agrofotovoltaico possa diventare realtà e assicurare occupazione. Oggi, il polo è diventato solo oggetto di contese giudiziarie, con tante aziende sul lastrico e decine di ex proprietari che si sono ritrovati con un pugno di polvere in mano.

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