"Da Che Guevara e Mussolini, per il sindaco è uguale?", Donegani: "Ai progressisti bastano gli assessorati?"
La convention di Fratelli d'Italia, alla quale Di Stefano ha preso parte istituzionalmente, per Donegani è un altro campanello d'allarme politico, soprattutto alla luce della provocazione del deputato Ars Salvatore Scuvera
Gela. Il loro è diventato un rapporto, probabilmente incompiuto, almeno se non arriveranno mutamenti sostanziali, per ora difficili da prevedere. Tra il sindaco Terenziano Di Stefano e il segretario regionale di “PeR” Miguel Donegani, l'intesa politica, che sembrava a un passo, è sempre più distante. La convention di Fratelli d'Italia, alla quale Di Stefano ha preso parte istituzionalmente, per Donegani è un altro campanello d'allarme politico, soprattutto alla luce della provocazione del deputato Ars Salvatore Scuvera, che ha parlato di Di Stefano definendolo “uomo di centrodestra”. “Da Che Guevara a Mussolini, per qualcuno è la stessa cosa. Il sindaco alla convention di Fratelli d’Italia, ormai le abbiamo viste quasi tutte. Ma la vera ciliegina arriva quando, dal palco, un deputato di FdI lo definisce senza imbarazzo un uomo di centrodestra. Ancora non c’è stata una presa di distanza”, dice Donegani. Solo pochi giorni fa, come abbiamo riportato, il sindaco ha indicato la “coerenza” di “PeR” e dello stesso Donegani. A sua volta ha però confermato che gli alleati attuali sono quelli che lo hanno sostenuto fin dall'inizio, compresi i gruppi più vicini al centrodestra. Donegani ritorna sul concetto e non vuole fraintendimenti di posizione. “A differenza di altri eventi, la nostra assemblea al teatro Eschilo è stata stracolma di cittadini, con persone anche fuori: segno che la gente sente e sostiene le nostre proposte, la nostra coerenza e il nostro impegno. Noi siamo altro e stiamo da un’altra parte. Un’altra cultura politica. Un’altra idea di coerenza. Un altro rispetto per i cittadini”, continua. A questo punto, conscio che il civismo del sindaco non pone veti al dialogo neanche con aree più moderate e centriste, si rivolge ai partiti progressisti che stanno nel “modello Gela”. “E le forze progressiste? Quelle che stanno dentro questo modello, un evidente casino politico, battono un colpo? O la questione etica, la coerenza e il rispetto verso i cittadini dobbiamo porcela sempre e solo noi? Esistono davvero queste forze? O basta un assessorato perché qualcuno accetti di governare costruendo un modello che va da Che Guevara a Mussolini, come se tutto fosse equivalente? Noi no. E lo diciamo da sempre. E nel 2026? Anno nuovo, stessa coerenza e valori immutati. Orgogliosamente differenti”, conclude Donegani
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