Gela. Scattano le prime richieste di condanne per il crollo del viadotto Geremia II della strada statale 626 Gela-Caltanissetta. Un anno e sei mesi di reclusione sono stati sollecitati dalla procura di Gela nei confronti dei tecnici dell’Anas Aldo Afeltra e Bruno Flore, che hanno chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato.
Per gli altri 5 imputati, accusati di disastro colposo, falso ideologico, truffa e lesioni, l’udienza preliminare riprenderà a settembre. Il sostituto procuratore Elisa Calantucci ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti. Davanti al gup del tribunale di Gela, Lirio Conti, è ripresa ieri l’udienza preliminare per decidere il proscioglimento o il rinvio a giudizio delle persone imputate per il crollo di una campata del viadotto “Geremia II” della superveloce 626 Caltanissetta-Gela, in territorio di Butera, avvenuto il 28 maggio del 2009, tre anni dopo l’inaugurazione. I sette imputati, due dei quali hanno chiesto appunto di essere giudicati con l’abbreviato, sono Luca Rizzi e Goffredo Polisanti, amministratori delegati in successione dell’impresa Rizzi di Rovigo, costruttrice del viadotto, il direttore tecnico della stessa ditta, Luca Manfredini, i geometri contabili Aldo Afeltra e Bruno Flore, il direttore dei lavori, Francesco Lombardo dell’Anas di Palermo, e Corrado Ciolli, componente tecnico della commissione di collaudo.
La pubblica accusa, rappresentata dal “sostituto procuratore, Elisa Calandrucci, li chiama a rispondere di disastro colposo e di lesioni colpose gravi, in concorso tra loro. L’Anas si è costituita parte civile. Il viadotto “Geremia II” subì un primo cedimento strutturale il 21 maggio 2009, creando un gradino di 50 cm contro cui finirono un poliziotto in sella alla sua moto e l’automobile di un autista da noleggio che stava accompagnando a Palermo una donna con i suoi due figli. Rimasero tutti feriti, e in particolare la passeggera che subì la frattura scomposta delle vertebre cervicali. Il gup ha aggiornato l’udienza ai primi di settembre prossimi.