Campi a secco, l’acqua delle dighe in mare o per strada: Gentile, “situazione terribile”

 
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L'acqua delle dighe si perde anche tra le strade rurali

Gela. Le abbondanti piogge delle ultime settimane sono servite a ben poco, almeno per la situazione, a tratti drammatica, di centinaia di aziende agricole del territorio. L’acqua invasata nei bacini artificiali continua a finire in mare. Quello che si verifica a Disueri è emblematico di una situazione di totale stasi per i produttori, che non riescono a ricevere acqua dalle dighe, ma la vedono finire in mare o addirittura tra le strade rurali, come denuncia Gaetano Gentile, dell’associazione “Santa Maria di Gela e Niscemi”. “La situazione è terribile – dice – non capisco cosa stiano facendo le istituzioni. Ormai da ottobre, l’acqua viene costantemente sversata in mare o finisce nelle aree limitrofe. Uno spreco enorme, mentre aziende e produttori sono sul lastrico. Segnaliamo da anni ma senza risultati”. Il paradosso è che anche manutenzioni che richiedono fondi minimi, non vengono completate. E’ il caso dell’interconnessione tra Cimia e Disueri. Da mesi, non si riesce a concludere la riparazione e Cimia è ridotta ai minimi termini. La Regione non riesce a dare indicazioni precise. “Ormai, siamo convinti che ci sia una volontà di far morire questo comparto locale. Le aziende falliscono perché non hanno acqua per i terreni. E’ assurdo. Ci prendono in giro e basta”, aggiunge Gentile.

Oltre ai danni delle grandinate, i produttori di Gela e Niscemi si trovano a fare il conteggio dei mancati incassi e del lavoro che si perde, per mancanza di acqua. Le denunce di Gentile ricalcano quelle di un altro produttore locale, Liborio Scudera, che a sua volta ha in varie occasioni sottolineato il rischio, ormai concreto, che l’assenza di acqua faccia saltare un intero comparto, che è quello che assorbe maggiore manodopera. “Dovremmo rinunciare a votare – aggiunge Gentile – dove sono i ministri e i nostri rappresentanti? Noi agricoltori paghiamo, anche una quota fissa, per forniture idriche che non esistono”.

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