Gela. Due provvedimenti di rigetto per altrettante richieste, relative a progetti di realizzazione di impianti per la produzione di biometano, da biomasse agricole e zootecniche. Il dirigente comunale Emanuele Tuccio, il referente dello sportello Suap, Carmelo Di Bartolo e i tecnici del settore sviluppo economico, hanno valutato le due proposte, avanzate da aziende interessate ad avviare impianti, con processo anaerobico. Sono stati rilasciati rigetti, perché i progetti non rispettano alcune delle condizioni, previste dalla disciplina in materia. Il no è arrivato sia per l’impianto proposto dalla “Terrax” sia per quello della “Biomedy srl”. Nel primo caso, il sistema per lo sfruttamento delle biomasse sarebbe dovuto sorgere in contrada Giaguinti. Il progetto della “Biomedy”, invece, era in programma in un’area di contrada Feudo Nobile. Le motivazioni che hanno portato a respingere le richieste autorizzative sono sostanzialmente uguali, per entrambi i procedimenti. Tra queste, il fatto che “si prevede un rapporto di copertura (manufatti costituiti da digestori anaerobici, vasche e prevasche di stoccaggio, impianto Lng, impianto compostaggio, uffici, depositi, ecc.) pari ad un trentesimo (41%) dell’area di proprietà proposta per l’insediamento, in contrasto con l’articolo 37 comma 2 della legge regionale n.19/2020 che prevede un rapporto massimo pari a un decimo (10%) per impianti o manufatti edilizi destinati alla lavorazione o trasformazione di prodotti agricoli”, si legge negli atti. Anche sulle dimensioni dei digestori sono state sollevate contestazioni dagli uffici comunali.
I progetti prevedono impianti di biometano, attraverso compostaggio e partendo dalle biomasse agricole e zootecniche, per una capacità di 500 Smc/h. Il provvedimento unico di rigetto è stato rilasciato dopo la verifica delle carte progettuali e delle caratteristiche dei sistemi, che non sono state ritenute conformi. Pareri contrari sono stati rilasciati anche dal settore urbanistica del municipio.