Gela. I pubblici esercizi vogliono accelerare la fase 2. Da qui la richiesta della Fipe Confcommercio al presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, di estendere fin da subito la possibilità di riaprire pasticcerie, ristoranti, pizzerie, bar, gelaterie. Una indagine rivela come i pubblici esercizi, nel solo anno in corso, potrà perdere circa 21 miliardi di euro di fatturato, e che siano a rischio chiusura circa 50.000 imprese del settore, con evidenti ripercussioni anche sul profilo occupazionale (si stimano 300.000 posti lavoro in meno) ed in particolare modo in Sicilia con quasi 20.000 aziende e circa 90.000 lavoratori tra dipendenti e stagionali. “Se la nostra richiesta – dice Armando Grimaldi, presidente della Fipe gelese – sarà esitata positivamente i pubblici esercizi che ad oggi sono costretti al solo servizio a domicilio, presto potranno aprire le loro attività per poter dare il servizio d’asporto, predisponendo un piano igienico sanitario mirato alla sicurezza del personale e dei clienti, implementando il piano sicurezza in base alle nuove disposizioni, per evitare l’affollamento all’interno delle attività
certo sarà obbligatorio l’uso dei guanti monouso delle mascherine e sanificante all’ingresso delle attività per i clienti e per il personale all’interno. Speriamo inoltre che venga presa in considerazione anche la consegna a domicilio nei giorni festivi, in quando la richiesta ovviamente è maggiore, e quel poco incasso darebbe ossigeno all’aziende ma anche speranza e forza per continuare”.
Poi l’invito ai cittadini. “Chi può ordini da mangiare due volte alla settimana ai ristoranti, pasticcerie, pizzerie di fiducia, le consegne sono gratuite, non facciamo morire le nostre attività. Le attività non vanno in crisi rischiano la chiusura definitiva”.