All’Università di Palermo confronto tra esperti sull’utilizzo corretto dell’acqua

 
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PALERMO (ITALPRESS) – Oltre 300 relatori da 45 paesi diversi a presentare i rispettivi punti di vista all’Università di Palermo, per studiare soluzioni operative sul corretto utilizzo dell’acqua, problema che in Sicilia è diventato particolarmente calzante negli ultimi mesi a causa delle emergenze legate alla siccità che hanno portato al razionamento delle risorse in diverse città: l’obiettivo è fare in modo che tali proposte arrivino alle istituzioni politiche e possano essere applicate in tempi brevi, soprattutto considerando l’avvicinarsi dell’estate e delle temperature sopra i 40 gradi.
Il convegno, organizzato dall’ateneo nell’Aula Magna di Ingegneria con il supporto dell’Associazione mondiale sull’acqua, andrà avanti fino a venerdì: all’apertura dei lavori hanno preso parte tra gli altri il rettore Massimo Midiri, il sindaco Roberto Lagalla e il docente di Ingegneria sanitaria e ambientale Giorgio Mannina.
A introdurre l’evento è un messaggio scritto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale sottolinea come “intervenire sull’acqua è una priorità del nostro governo, perché rappresenta una risorsa preziosa: solo quando è assente ne capiamo il reale valore. Serve una riflessione comune e decisa sul cambiamento climatico e sulla gestione delle risorse: il piano Mattei lanciato dal governo per l’Africa ha nell’acqua uno dei pilastri, con una serie di progetti di recupero già avviati. La sfida è risolvere il problema in tempi brevi: la relazione speciale tra l’Italia e l’acqua è stata recentemente confermata dall’organizzazione a Roma nel 2026 del Forum euromediterraneo sull’acqua”.
Midiri evidenzia l’importanza di aver collocato il convegno “in un momento drammatico per la Sicilia a causa delle difficoltà legate alla carenza di acqua, problema che alla nostra Università sta molto a cuore con appositi programmi di ricerca portati avanti dal professor Mannina: il nostro auspicio è che le proposte che verranno fuori da questo convegno possano essere accolte e impiegate dalla politica per risolvere finalmente un problema annoso”.
Un così ampio coinvolgimento di ricercatori internazionali, prosegue Midiri, è indicativo di come “l’Università di Palermo si conferma un punto di eccellenza nella ricerca e nell’innovazione: non proponiamo solo nozioni teoriche, ma soluzioni pratiche che vengono regolarmente seguite in altri paesi. La politica ha già trovato le risorse economiche, ma ora servono quelle organizzative e applicative”. Per Lagalla il modo più efficace per affrontare la questione è fare rete tra tutte le istituzioni: “Solo così possiamo trovare soluzioni concrete: un appuntamento come questo, che coinvolge tanti ospiti internazionali e presenta una serie di ricerche significative, può andare in questa direzione. Il problema del cambiamento climatico in Sicilia è serio, perché incide in modo significativo sulla carenza di acqua per l’uomo, l’agricoltura e l’industria”.
Mannina spiega come la situazione di emergenza in cui versa la Sicilia abbia reso fondamentale la convocazione di “un summit che coinvolgesse i massimi esperti a livello mondiale nell’ambito della depurazione, del trattamento, del riuso e della dissalazione: la loro presenza è importante per condividere le conoscenze che possiedono e prestare la loro esperienza nel territorio, al fine di risolvere i problemi in cui si trova attualmente la Sicilia per quanto riguarda acqua e ambiente. Speriamo di attuare soluzioni che vadano nella direzione dell’economia circolare, al fine di differenziare l’acqua destinata all’agricoltura e ai lavaggi di strade e case da quella comunitaria che viene utilizzata per usi domestici”.
– foto xd8/Italpress –
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