Gela. Un’ex azienda agricola, da oltre duecento ettari d’estensione, si avvia ad essere messa all’asta. La proprietà della famiglia Aiello, in contrada Contessa, sembra poter interessare anche grandi gruppi imprenditoriali.
Si tratta, in sostanza, dell’unica proprietà della famiglia bagherese nell’area locale. La bufera giudiziaria che ha colpito l’ex manager della sanità Michele Aiello non ha scalfito i terreni di contrada Contessa che, invece, sono stati abbandonati dopo la morte dello zio Giovanni.
Gli inquirenti palermitani hanno a lungo indagato sui contatti dello stesso Michele Aiello con personaggi di spicco della criminalità organizzata, compreso il capo della cupola Bernardo Provenzano.
Da almeno cinque anni, l’attività si è fermata con la perdita di circa venti posti di lavoro. Adesso, sono gli istituti di credito che pretendono quanto dovutogli dai titolari della società Saic, gestori negli ultimi anni dell’intera struttura. Il debito stimato si aggira intorno ai seicentomila euro. Il prezzo base dell’asta dovrebbe essere di almeno due milioni di euro.
Adesso, l’intera area viene gestita da un amministratore incaricato direttamente dai magistrati che si occupano di coordinare la pratica. Dopo la rinuncia da parte del gruppo Aiello, i terreni sono rimasti incustoditi e i danni non sono mancati. Non a caso, davanti ad un’estensione tanto ampia, anche la procura ha iniziato ad approfondire le vicende legate alla proprietà di contrada Contessa. Il versante nord, infatti, sarebbe stato illegittimamente occupato con la costruzione di un ovile.
Prima del crollo definitivo dell’attività, nell’azienda lavoravano circa venti operatori locali, impegnati nell’attività per conto della famiglia Aiello e della Saic. Il definitivo addio alla produzione ha significato la perdita di quei posti di lavoro.
Attualmente, l’amministratore che gestisce la procedura, già destinata a concludersi con la messa all’asta, ha deciso di rafforzare i controlli per evitare che terreni e strutture interne possano subire ulteriori danneggiamenti. L’ex azienda sembra poter fare gola a molti.
Prima di tutto, però, dovrà essere estinto il debito accumulato con le banche creditrici che hanno già chiesto l’intervento di una società di riscossione. Una procedura molto lunga: di conseguenza, potrebbe mutare la destinazione economica delle proprietà.
Più di duecento ettari, praticamente un’estensione analoga a quella degli appezzamenti di terreno scelti per ospitare il mega progetto fotovoltaico voluto dai soci della cooperativa Agroverde. Mentre le procedure sul piano civilistico proseguono lungo la strada già aperta, i magistrati della procura cercano di fare maggiore chiarezza proprio su eventuali presenze abusive tra i confini dell’azienda fino a qualche anno fa gestita dalla Saic.
Sicuramente, lo stop all’attività deciso dal gruppo Aiello ha significato il fermo definitivo dell’intero sistema di produzione aziendale: in attesa di capire quale soluzione adotteranno gli eventuali nuovi titolari.