Gela. In testa al corteo funebre dello sfortunato quindicenne Nunzio Iraci i compagni di scuola e della classe che frequentava: la terza “A”.
Hanno portato in mano due corone di rose bianche, lo stesso colore della bara che lo ha accompagnato per l’estremo saluto.
L’ingresso in chiesa Madre è stato preceduto da un lungo applauso. “Nuccino, questo non è un addio”, è il messaggio impresso nelle magliette indossate dagli amici e condiviso da quanti avevano conosciuto lo sfortunato giovane deceduto in una stanza di degenza del centro grandi ustioni dell’ospedale “Villa Sofia” di Palermo. Il suo cuore ha smesso di battere sabato scorso, dopo tre settimane di agonia.
L’infortunio domestico avvenne il 13 febbraio, quando lo sfortunato ragazzino si procurò gravissime ustioni al settanta per cento del corpo mentre cercava di alimentare un barbecue.