Gela. Come anticipato, adesso è ufficiale la firma della proroga Via per la base gas di Eni. Allo stesso tavolo, il ministro dell’ambiente Sergio Costa e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi. Non solo la proroga che sblocca i lavori della base gas, un investimento da circa 800 milioni di euro, ma anche un protocollo che pone nuovi impegni. “Eni si impegna a realizzare un programma di attività di decarbonizzazione, mitigazione ambientale, riqualificazione e valorizzazione delle aree del sito multisocietario di Gela, non avvalendosi più di impianti di produzione e lavorazione di oli minerali. Il programma prevede lo smantellamento in dieci anni di tutte le aree in disuso del sito industriale e la loro restituzione a nuove funzioni – si legge in una nota Eni – con una prima fase, nei prossimi tre anni, di demolizione degli impianti non più funzionali alle attività per la produzione di biocarburanti, in un’area totale di oltre venti ettari; la realizzazione di un progetto di decarbonizzazione del sito basato sull’applicazione di tecnologie innovative di proprietà Eni, con gli obiettivi di realizzare un processo integrato di cattura e riutilizzo dell’anidride carbonica, che sarà convertita in materiale cementizio e bio-olio, conseguendo una notevole riduzione delle emissioni di Ghg dirette, e di promuovere un modello di sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale; si conferma la rimozione di rottami e manufatti presenti sul fondale lungo il pontile per una fascia di 500 metri per lato; la definizione di un progetto che preveda le modalità migliori per il recupero del canale per la raccolta delle acque di raffreddamento, anche attraverso piantumazione, e il suo successivo utilizzo; l’impegno da parte di Eni a realizzare una serie di interventi finalizzati alla piantumazione di specifiche specie arboree, atte a garantire la mitigazione del contributo di Co2 della produzione di biocarburanti. A questi progetti si affiancherà lo sviluppo dei giacimenti a gas di Argo e Cassiopea, che nell’ambito del settore della ricerca e produzione di idrocarburi rappresenta il primo esempio di progetto in grado di raggiunge la carbon neutrality, grazie al contributo di energia prodotta da impianti fotovoltaici, e inoltre senza alcun impatto visivo, con l’utilizzo di suolo già industrializzato e riqualificato all’interno del perimetro di raffineria e nessuno scarico a mare di acque o altri reflui”. “Si tratta di un programma all’avanguardia, orientato allo sviluppo industriale sostenibile del sito, ai principi dell’economia circolare e all’utilizzo delle tecnologie più avanzate – dice Descalzi – questo accordo segue e completa l’avvenuta riconversione della raffineria di Gela in bioraffineria, tramite la quale Eni ha avviato, in un’ottica di economia circolare, un processo di trasformazione industriale del sito in grado di produrre biocarburanti da biomasse e da prodotti di riciclo”.
Il senatore grillino Pietro Lorefice ha seguito l’intero iter e non sono mancate le polemiche. Adesso, la firma viene vista come un successo, anche politico. “Non abbiamo mai perso di vista le necessità del territorio – dice il parlamentare cinquestelle – e abbiamo cercato di finalizzare un protocollo che tenesse in considerazione le esigenze del territorio e quindi la salute dei cittadini e l’ambiente, oltre che i livelli occupazionali nelle aree del sito. Si tratta del primo esempio di progetto in grado di raggiungere la carbon neutrality, grazie al contributo di energia prodotta da impianti fotovoltaici, e inoltre senza alcun impatto visivo, con l’utilizzo di suolo già industrializzato e riqualificato all’interno del perimetro di raffineria e nessuno scarico a mare di acque o altri reflui. È solo un primo passo e l’attenzione resta alta, tuttavia c’è molta soddisfazione”. Per la Cgil territoriale, che ha avviato lo “Sblocca Gela”, la vertenza prosegue. “La vertenza va avanti con la stessa determinazione di questi giorni perché dobbiamo ottenere dallo Stato tutto ciò che rivendichiamo dal porto alla stazione, dall’autostrada progettata nel 1973 alle strade di collegamento tra i Comuni, da una sanità giusta per i cittadini al circuito turistico da finanziare e non per ultimo zone industriali sicure per i lavoratori e le imprese – dice il segretario confederale Ignazio Giudice – la lotta paga, lo Stato politico ci deve ancora molte risposte e anche per questo non si indietreggia di un millimetro”.
Un plauso al Sen. Lorefice da un gelese non grillino. Perché prima di tutto dobbiamo avere a cuore le sorti di Gela. Complimenti ancora al sen. Lorefice.