Gela. Rinviati a giudizio con l’accusa di aver ucciso l’allora ventiduenne Orazio Sotti. E’ la decisione adottata dal giudice dell’udienza preliminare Fabrizio Molinari nei confronti dei fratelli Giuseppe e Salvatore Cilio.
Così, il processo a loro carico dovrebbe iniziare il prossimo 27 marzo davanti ai giudici della Corte d’assise di Caltanissetta. Entrambi vennero arrestati quasi un anno fa a conclusione di una lunga indagine condotta dagli agenti di polizia del commissariato e da quelli dell’aliquota della procura, coordinati dai magistrati locali. L’omicidio del giovanissimo idraulico venne ricostruito a quindici anni di distanza. La vittima, infatti, fu freddata davanti al garage della propria abitazione di Fondo Iozza nel dicembre del 2000. La famiglia non ha mai smesso di chiedere che si facesse luce su quell’esecuzione, priva di qualsiasi legame con gli ambienti della criminalità organizzata. Così, si arrivò all’individuazione dei due fratelli niscemesi che avrebbero agito, stando alle indagini, per vendicare presunte acredini sentimentali. Nel corso dell’udienza, è stata il pubblico ministero Serafina Cannatà a chiedere il rinvio a giudizio dei due indagati. Una linea conforme a quella seguita dall’avvocato Giuseppe Cascino, legale di parte civile per conto dei familiari. La difesa dei due fratelli, rappresentata dagli avvocati Salvo Macrì e Luigi Cinquerrui, invece, ha insistito su possibili nullità procedurali legate soprattutto al decreto che fissava l’udienza davanti al gup e, comunque, sull’assenza di effettivi elementi per legare quell’esecuzione ai due fratelli Cilio. Il gup, però, ha ritenuto fondate le richieste arrivate sia dal pm che dalla parte civile, fermi nel ritenere i due indagati responsabili dell’omicidio. Dalle indagini svolte, inoltre, sarebbe emersa la presenza in città dell’auto utilizzata dai fratelli, proprio il giorno dell’omicidio. Adesso, spetterà ai giudici della Corte d’assise di Caltanissetta valutare le posizioni processuali dei fratelli Cilio.