Uccise il fratello in strada, confermata la condanna a sedici anni per Vincenzo Valenti

 
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Gela. Sedici anni e quattro mesi di reclusione così come già deciso, lo scorso gennaio, dal giudice dell’udienza preliminare. La difesa puntava sulla provocazione subita dall’operaio. Arriva la conferma della condanna per omicidio ai danni dell’operaio quarantunenne Vincenzo Valenti. Nell’estate di due anni fa, uccise il fratello trentenne Alessandro, colpito alla gola con un coltello. Il giovane venne trovato già cadavere dai carabinieri arrivati a Sant’Ippolito. Il suo corpo riverso sull’asfalto a pochi metri dall’abitazione di famiglia. Tra i due fratelli i rapporti si erano deteriorati da diverso tempo. La conferma della condanna è stata decisa dai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta. Era stato il suo legale di fiducia, l’avvocato Carmelo Tuccio, ad impugnare la sentenza che, a gennaio, venne pronunciata, a conclusione del giudizio abbreviato, dal gup Veronica Vaccaro. I giudici d’appello nisseni, quindi, non hanno accolto la linea della legittima difesa. Stando alla difesa dell’imputato, presente in aula durante l’ultima udienza, Valenti avrebbe reagito alla provocazione del fratello Alessandro.

Valenti in lacrime. L’attenzione dell’avvocato Carmelo Tuccio, non a caso, si è concentrata sul cacciavite ritrovato a ridosso del cadavere di Alessandro Valenti. Secondo il legale, proprio il trentenne, quel giorno, insultò il fratello Vincenzo e poi avrebbe cercato di colpirlo con il cacciavite, come testimonierebbero alcuni segni sul corpo dell’imputato. Una ricostruzione decisamente respinta dai legali della moglie e della piccola figlia della vittima, costituite parti civili. Gli avvocati Vittorio Giardino e Fabio Fargetta hanno sempre escluso qualsiasi provocazione. Vincenzo Valenti, invece, avrebbe agito solo per l’astio provato nei confronti del fratello. I carabinieri arrivarono a lui dopo pochi minuti. Venne arrestato all’interno della propria abitazione. I terribili minuti della colluttazione tra le vie del quartiere Sant’Ippolito sono stati descritti in aula da una delle sorelle. Vincenzo Valenti, durante la discussione finale del suo legale di fiducia, non ha retto alla tensione ed è scoppiato in lacrime. Davanti alla conferma della condanna, la difesa dell’operaio metalmeccanico non esclude un eventuale ricorso in Cassazione. 

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