Gela. I progetti da finanziare ma anche lo sblocco delle somme a disposizione.
I soldi delle compensazioni. La commissione comunale sviluppo economico, adesso presieduta dall’esponente di Energie per l’Italia Luigi Di Dio, intende riaprire il dossier delle compensazioni Eni. Nei prossimi giorni, potrebbe essere decisa la convocazione del vicesindaco Simone Siciliano, che dal momento dell’insediamento della giunta Messinese ha preso in mano l’intero dossier. “Vogliamo capire quale sia lo stato dell’arte – dice Di Dio – non solo rispetto ai trentadue milioni di euro delle compensazioni inseriti nel protocollo del novembre di tre anni fa ma anche sul fronte di quelle minerarie che Eni ha versato alla Regione a copertura del costo di progetti di riqualificazione in città”. Il punto delle compensazioni è certamente piuttosto delicato, anche sul piano politico. In passato, non sono mancate le polemiche. I trentadue milioni di euro Eni li ha messi a disposizione attraverso il protocollo d’intesa di tre anni fa che ha condotto alla riconversione della fabbrica di contrada Piana del Signore. Soldi che, ovviamente, devono essere spesi, compresi quelli stanziati a copertura del progetto complessivo del porto rifugio. Dei soldi delle compensazioni minerarie, invece, si è persa traccia. La vicenda è diventata addirittura oggetto di un’interpellanza all’Ars che, fino ad oggi, non ha avuto esito. Si tratta di soldi che Eni versa a Palermo a copertura delle concessioni estrattive sul territorio. Somme che originariamente erano destinate a finanziare progetti di riqualificazione del centro storico e non solo, ma che ad un certo punto sparirono dai radar della burocrazia regionale, spostati in altri capitoli di spesa. Adesso, il presidente Di Dio e gli altri componenti della commissione Anna Comandatore, Salvatore Scerra, Simone Morgana e Sandra Bennici vogliono fare chiarezza su soldi che pesano, e non poco.