Gela. Sono trascorsi quasi trent’anni dalla firma del decreto che permise di occupare una serie di terreni, nella zona di Caposoprano, successivamente utilizzati per la costruzione della chiesa di Sant’Antonio.
Chiesto un risarcimento da 3 milioni di euro. Nonostante il tempo trascorso, però, la contesa tra il Comune e i proprietari di quelle aree è tutt’altro che risolta. Non a caso, il confronto si è trasferito nelle aule di giustizia. Gli ex proprietari, infatti, chiedono un risarcimento da oltre 3 milioni di euro. Come capitato anche in altre occasioni, le procedure d’esproprio non sarebbero state condotte secondo quanto disposto dalla normativa in materia e, soprattutto, gli ex proprietari non avrebbero mai ricevuto le indennità richieste. Il caso, quindi, non si è per nulla chiuso e verrà riproposto nuovamente davanti ai giudici del Tribunale amministrativo di Palermo. Negli scorsi anni, i giudici del tribunale di Gela, invece, hanno escluso una loro competenza in materia. Davanti alla maxi richiesta di risarcimento, anche l’ente comunale, come sottoscritto dai componenti della giunta, ha deciso di costituirsi in giudizio per evitare un nuovo pesante fardello finanziario. Bisognerà capire, però, se lo farà per il tramite dell’associazione temporanea di scopo, appena stoppata proprio dal Tar, oppure attraverso un legale esterno.