Gela. C’è anche un gelese e la moglie tra i cinque imputati condannati a 16 anni complessivi di carcere. Quattro le assoluzioni. L’accusa aveva invece chiesto pene per un totale di 49 anni e un risarcimento danni da 176 mila euro.
È stato condannato a 5 anni e 4 mesi Gaetano Tuccio, 49 anni, originario di Gela, attuale titolare di un bar a Lipomo, in provincia di Como. L’uomo era stato arrestato lo scorso anno, per un giro di usura e di spaccio di cocaina nella cittadina lombarda. Fra le varie accuse, l’abuso di gestione di un distributore di benzina sottratto al suo titolare, messo all’angolo da un prestito di 27 mila euro e da rate con tassi usurari fino al 3000 per cento.
Oltre a Tuccio sono stati condannati: Milana Majauskiene, 33 anni, lituana, moglie del gelese, a due anni e quattro mesi; un anno e un mese, più un mese di arresto, a Orfiglio Montilli, 43 anni di Inverigo; tre anni a Federico Menni, erbese con casa ad Albavilla, 67 anni; quattro anni e due mesi ad Antonio Caforio, 43 anni, originario di Marsala, residente a Cavallasca, all’epoca dei fatti poliziotto in servizio alle volanti, accusato di avere riscosso tranche di denaro per conto di Tuccio.
Assolti tutti gli altri: Antonio Pietro Cartolano, comasco di 41 anni, Barbara Marschalek, nigeriana di 34 anni, Antonio Servillo, 49 anni, residente a Como ed Alessio Scaglione, lui pure comasco, 36 anni.
Il processo che è ruotato intorno all’accusa di una presunta usura con tassi fino al 3000 per cento. Un giro di strozzinaggio che avrebbe portato il vecchio proprietario di un distributore di benzina a cedere la propria attività proprio in seguito ad un prestito non più saldato in seguito ai tassi troppo alti applicati. Nelle indagini – condotte dalla Questura – era finito anche un ex sovrintendente di polizia per cui l’accusa, ieri mattina, aveva chiesto la pena più alta di 12 anni di reclusione. Il collegio ha invece optato per una condanna a 4 anni e 2 mesi.