Gela. La politica che adesso è alla guida dell’Assemblea territoriale idrica non ha ancora deciso quale debba essere il futuro del rapporto con Caltaqua, il gestore privato che porta avanti il servizio integrato, sull’intero territorio comunale. L’urgenza più immediata sono gli investimenti, più volti citati dal presidente Ati Massimiliano Conti. Il sindaco Lucio Greco è sembrato molto più possibilista sull’ipotesi di uno scioglimento anticipato del contratto, per inadempimento. Il percorso appare però tutt’altro che semplice. Dal Forum dei movimenti per l’acqua pubblica, ribadiscono che ci sono tutte le condizioni per arrivare allo scioglimento del contratto e al ritorno ad una gestione pubblica. L’attenzione si concentra sugli aumenti delle tariffe. “Nei rapporti con Caltaqua sulle tariffe i danni sono pregressi. In particolare – spiegano dal Forum – nell’anno 2007 è stato fatto pagare un consumo minimo di 120 mc a contatore, con una tariffa unica per tutti. Dal 2008 al 2018, il quarto blocco ha avuto un aumento del 153 per cento. I blocchi sono durati fino al 2018, in violazione di quanto stabilito dalle delibere dell’Aeeg e dell’Arera”.
Evidenti anomalie vengono registrate anche sulle tariffe fisse. “La tariffa fissa a contatore nel 2008 è stata stabilita a 60 euro, mai prevista contrattualmente – aggiungono – che poi è lievitata fino a raggiungere 97,48 euro nel 2018. Questa tariffa fissa è stata diminuita dall’Arera, perché non poteva superare il 20 per cento del totale”. Ma sono solo alcuni dei punti deboli dell’intero servizio che si ripercuotono sulle tasche degli utenti, in città costretti a subire ritardi di ogni tipo. Il Forum non trascura neanche le continue rotture delle condotte e i disservizi sulla depurazione, che manca quasi del tutto. “Gli investimenti sono stati nulli”, concludono.