Gela. Troppa enfasi sulla luminosa storia della città e molto meno, invece, sui danni causati dall’industria?
“Lo sviluppo bisogna crearlo…”. Di certo, il progetto che potrebbe avere in “Gela: le radici del futuro” solo un primo modulo, quello zero, non può che produrre posizioni decisamente discordanti. Nelle scorse ore, è stato lo scrittore e attore Jacopo Fo a muovere il primo passo verso un tentativo molto più complesso, ovvero strutturare in città un percorso, anche economico, che tocchi soprattutto il patrimonio culturale, storico e paesaggistico del territorio. Tutto con la collaborazione di Eni. Ovviamente, quando entra in campo la multinazionale le “cautele” sono d’obbligo. Può un progetto di rilancio culturale e turistico fondarsi sull’appoggio di Eni che, da decenni oramai, viene considerato uno dei punti più bui delle vicende cittadine, segnate anche da morti e gravissime patologie? “Non possiamo continuare a piangerci addosso – dice il vicesindaco Simone Siciliano – quello proposto da Jacopo Fo e Bruno Patierno è un progetto a cui la nostra giunta pensava da mesi. Abbiamo un patrimonio immenso da sfruttare e dobbiamo farlo. Perché, in altre città italiane o estere, basta poco per imbastire una vera e propria economica basata sulla storia e sulla cultura mentre in questa città bisogna sempre rivangare un passato fatto di mafia e industria? Abbiamo la consapevolezza che i danni causati vanno riparati e ci battiamo proprio per andare incontro alla tutela dei cittadini. Non bisogna trascurare, allo stesso tempo, che le sorti future della città non possono più basarsi solo sull’industria. Ci vuole ben altro. Il rilancio turistico non arriva dal cielo, bisogna lavorare per portare sviluppo. Ci è stata proposta una piattaforma di tante idee. Potremmo sfruttare la leggenda del gigante Manfrino ma anche le tradizioni della Madonna dell’Alemanna, senza dimenticare la storia greca e classica. Perché non pensare ad una Disneyland della tradizione greca di questa terra? Noi continueremo a lavorarci, con o senza Eni. Bisogna prendere atto, comunque, che proprio Eni ha ormai cambiato il tipo di approccio verso il territorio. Pensiamo al progetto di alternanza scuola-lavoro, alla riconversione green, ad alcuni interventi finanziati anche a livello sanitario. E’ un’occasione da sfruttare. Neanche i manager di Eni avrebbero pensato che, un giorno, si sarebbero trovati a sostenere progetti avviati da una personalità tanto distante da loro come quella di Jacopo Fo”.
Chi c’è dietro? Dietro all’arrivo in città di Jacopo Fo, c’è un progetto molto più ampio che punta a coinvolgere scuole, associazioni, ma anche il tessuto economico locale. A definire tutte le attività, almeno in questa fase, sono il Gruppo Atlantide, coordinato proprio da Fo e Patierno, e l’agenzia Martini 6 che in più occasioni ha organizzato eventi e vere e proprie campagne di comunicazione per Eni ed altri colossi come Mazda, Lottomatica e Bnl-Paribas.