Gela. E’ un refrain amministrativo che si ripete da anni, nel tentativo di fare cassa con gli immobili che il Comune, nel tempo, ha concesso ad associazioni e privati. Anche con l’avvento della giunta del sindaco Lucio Greco, il monito è sempre lo stesso. C’è la necessità di valutare le ragioni degli affidamenti di beni comunali ai privati, che attualmente li gestiscono. Tanti canoni mancano all’appello e nonostante il “censimento” di tutte le proprietà immobiliari del Comune stia progredendo, c’è chi ha beneficiato di diverse strutture, senza pagare nulla. Un aspetto suggerito alla giunta nella relazione di inizio mandato, redatta dal dirigente al bilancio Alberto Depetro e appena approvata dal sindaco e dai suoi assessori. Interventi richiesti però dalla stessa amministrazione comunale. Si legge della necessità di “una ricognizione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’ente, in particolare individuando tutti gli immobili che sono stati dati in concessione gratuita, per comprenderne le ragioni che hanno determinato tale situazione e se ancora oggi sussistono tali condizioni, con il fine ultimo di mettere a reddito tutta la parte di patrimonio disponibile dell’ente”.
Sarebbe meglio evitare affidamenti gratuiti, che non assicurano alcun ritorno finanziario in cassa. Nel passato, non sono mancate voci e indiscrezioni su affidamenti troppo discrezionali, spesso neanche accompagnati da convenzioni e relativi canoni. In tempi di ristrettezze, anche a Palazzo di Città potrebbe arrivare l’ora di azzerare ogni dubbio. Nelle scorse settimane, tra le altre cose, è stato ufficialmente deciso di tagliare l’affitto che Palazzo di Città versava all’Opera Pia Pignatelli Roviano, proprietaria dell’ex Convitto, usato per ospitare anche gli uffici del Centro per l’impiego.