Sindacati si mobilitano per base, “Eni non può servire da bancomat”: via impianti green

 
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Gela. L’incertezza non manca sull’investimento principale previsto nel protocollo d’intesa del 2014, ovvero la base gas di Eni, e negli ultimi giorni le responsabilità sui ritardi fanno spola tra ministeri e Regione. Manca la proroga Via per l’inizio vero e proprio dei lavori. Ieri, il senatore grillino Pietro Lorefice ha comunque chiamato in causa anche la multinazionale, chiedendo che non faccia eventuali passi indietro. I sindacati del comparto, che hanno sottoscritto insieme alla giunta comunale la richiesta ufficiale di un tavolo di confronto ministeriale sugli sviluppi del protocollo, hanno aderito anche al sollecito appena inoltrato, sempre a governo e ministeri. La crisi romana non favorisce un percorso istituzionale già in salita. A settembre, le segreterie provinciali di Filctem, Femca e Uiltec potrebbero convocare un consiglio di fabbrica. I segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani e Maurizio Castania valuteranno la possibilità di avere un confronto diretto con i lavoratori. La situazione non è delle migliori. “La mole di lavoro in raffineria si sta riducendo – dice il segretario provinciale della Uiltec Maurizio Castania – senza le attività della base gas, ci saranno sicuramente esuberi”. Anche per questo motivo, c’è stato un coinvolgimento delle segreterie nazionali. Ad oggi, però, non ci sono risposte dal governo. “Speriamo di trovare interlocutori che abbiano a cuore la situazione di Gela – dice ancora Castania – a rischio, c’è l’unica area industriale siciliana, che è ancora fatta in prevalenza da aziende locali e non estere. Lo dico con rabbia, ma sembra quasi che Eni venga usata troppo spesso come bancomat per campagne politiche e non per programmare progetti e attività lavorative durevoli. Ogni volta, si tenta di rinegoziare tutto”. I segretari Catania e Emiliani confermano la volontà di fare, a breve, il punto della situazione. “Non escludiamo la convocazione di un consiglio di fabbrica e se necessario – dicono – metteremo in campo azioni di lotta. Non si possono perdere investimenti di questo tipo”.

Se il progetto della base gas, ancora senza proroga Via, è in bilico, la nuova green refinery, seppur con ritardo, potrebbe iniziare a produrre a breve. I sindacati confermano che sono in atto verifiche tecniche. Gli impianti sono stati attivati, ma non sono ancora in produzione. “Con impianti del tutto nuovi – dicono – è normale che possano esserci inconvenienti. Si sta lavorando sull’allineamento e nei prossimi giorni si potrebbe entrare in produzione”.

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