Gela. La decisione del giudice Martina Scuderoni, a conclusione del rito abbreviato, è prevista per fine gennaio. Un insegnante locale, che all’epoca dei fatti svolgeva la propria attività in un istituto scolastico di un’altra provincia, è accusato di atti osceni. Durante la fase dell’emergenza Covid, proprio nei primi mesi del lockdown, nel corso di una lezione tenuta secondo le modalità della didattica a distanza, si sarebbe masturbato, nonostante il collegamento in atto con tutti gli alunni. Per l’accusa, lo avrebbe fatto visionando un film porno. Probabilmente, non aveva compreso che gli studenti, in prevalenza tutte ragazze minorenni, si erano accorti di quello che stava accadendo. Il pm Tiziana Di Pietro ha concluso riconoscendo la piena responsabilità dell’insegnante e indicando la condanna a due anni. Linea analoga è stata tenuta dall’Avvocatura dello Stato, in rappresentanza del Ministero dell’istruzione, parte civile nel procedimento. Il legale Giuseppe Laspina, che ha anche chiesto il riconoscimento del diritto al risarcimento dei danni, ha riferito di un atto che lede il processo di formazione, alla base dell’istituzione scolastica.
L’insegnante, nel procedimento, è assistito dall’avvocato Salvatore Liotta. Il difensore ha aperto il proprio intervento chiedendone l’assoluzione. Ha cercato di ridimensionare l’accaduto, facendo leva anzitutto sulla situazione in atto in quel periodo, con l’isolamento che costrinse anche l’imputato a stare solo nella propria abitazione e a sostenere un notevole stress. E’ stato successivamente sospeso dall’insegnamento.