“W la Mafia” sui muri del teatro, la condanna dell’amministrazione

 
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Gela. L’amministrazione comunale ha condannato il gesto segnalato dal Quotidiano di Gela.it  di ignoti che hanno imbrattato il muro laterale del teatro comunale con scritte di vario genere, tra le quali una inneggiante alla Mafia.

“Atti come questi testimoniano purtroppo come sussista ancora, seppur in una sparuta minoranza della città, una estrema bassezza culturale – ha dichiarato il sindaco Angelo Fasulo, molto amareggiato per quanto successo – Gela è una città che vuole fortemente il cambiamento, e il teatro comunale prossimo all’apertura, è un simbolo di questa rinascita culturale. Alla vista di frasi come “Viva la mafia” nessuno può rimanere indifferente, in particolar modo i giovani”.

“Atti come questi, seppur riconducibili ad una ragazzata, dimostrano che bisogna mantenere la guardia alta e continuare a confrontarsi con i giovani per far capire loro che non è attraverso questi gesti, vigliacchi e incivili, che si può costruire qualcosa di positivo –ha proseguito il primo cittadino- è compito di tutte le agenzie sociali dare una scossa  a queste coscienze assopite dalla passiva accettazione delle regole antidemocratiche. Bisogna smobilitare questa indifferenza che sembra attanagliare parte della popolazione,e questo si può fare solo dedicando maggiore spazio a momenti culturali e aggregativi. Sono certo che il teatro darà una scossa notevole a tutto questo”.

Dello stesso avviso anche l’Assessore alla Cultura Marina La Boria. “Un fatto gravissimo -lo definisce l’assessore- un atto che non si può semplicisticamente ridurre solo a goliardia, poiché dimostra purtroppo un’evidente arretratezza culturale. Ed è ancor più grave che queste scritte siano apparse proprio sui muri del teatro comunale, perchè è il segno di un decadimento formativo sconcertante”.

“Le famiglie in primo luogo, ma anche le scuole e le Istituzioni – conclude l’assessore La Boria – devono darsi da fare per far capire ai nostri ragazzi che su questi temi non si può e non si deve più scherzare”.

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