Gela. Venerdì, in municipio, il sindaco Lucio Greco ha avuto un lungo confronto con i consiglieri comunali della sua maggioranza. In una fase politicamente molto delicata, dopo l’addio ufficiale del Pd, l’avvocato ha cercato di fare il punto della situazione sui potenziali progetti in programma, anche per rispondere alle non poche perplessità (spesso sfociate in aperte critiche), sollevate in questi mesi dagli alleati. Una visione di sviluppo del territorio che fa fatica a decollare, anche perché la macchina burocratica del municipio sconta ritardi e scarse risorse a disposizione. Guardare in prospettiva non sembra così facile, anzi. I punti illustrati da Greco non si sono discostati da quelli già piuttosto noti a chi ha scelto di appoggiarlo. Nell’ultimo periodo, sono state chiuse intese con gruppi importanti, come Cassa Depositi e Prestiti, sempre che poi arrivino a produrre risultati. Nelle stanze della commissione consiliare sviluppo economico, intanto, si lavora a linee guida proprio per tracciare possibili direzioni di sviluppo e investimento. Dalla commissione, presieduta da Rosario Faraci, non trapelano molto altri elementi, dato che gli approfondimenti sono in corso. Le priorità economiche e di rilancio del territorio, entro settembre, potrebbero essere sintetizzate in un atto di indirizzo. Già nella fase post-lockdown, Faraci e gli altri componenti della commissione, Luigi Di Dio, Virginia Farruggia, Pierpaolo Grisanti ed Emanuele Alabiso, avevano avanzato una serie di proposte, da trasformare in provvedimenti per il rilancio.
Il lavoro svolto tocca sia settori ormai radicati, come quello industriale, sia comparti che per decenni sono stati del tutto abbandonati, con in testa l’agricoltura. I consiglieri starebbero definendo delle schede tecniche, con possibili soluzioni per agevolare la ripartenza di settori fondamentali, soprattutto in una fase di crisi ancora più acuta, resa estremamente grave dall’emergenza sanitaria, che per mesi anche in città ha bloccato praticamente tutti i comparti. Forse, solo alla fine dell’estate sarà possibile capire a quali risultati si potrà arrivare. Fino ad ora, anche programmi ambiziosi come l’area di crisi non hanno prodotto alcun risultato tangibile.