Gela. “Quì, sversano in continuazione rifiuti di ogni tipo. Passo di Piazza si è trasformata in una discarica. I rifiuti, ormai, hanno occupato interi canali di scolo. Con le prime piogge, sarà peggio di ciò che si è verificato in questi giorni nella zona di Treviso.
Ci vuole il morto per capirlo? Oppure, come capita sempre, per vedere qualcuno dobbiamo aspettare le elezioni?”.
Gli agricoltori e i residenti della zona di contrada Passo di Piazza si sentono soli e, allo stesse tempo, denunciano il sistematico sversamento di rifiuti lungo strade, canali e vecchi abbeveratoi. “Non trovano i cassonetti tradizionali in città e i cumuli di rifiuti vengono abbandonati in questa contrada – spiegano – noi dobbiamo coltivare la terra e produrre. Ma come possiamo fare in queste condizioni? Vengono sversati rifiuti di ogni tipo. Molte strade sono state bloccate da vere e proprie montagne di spazzatura. Non si vede nessuno, né un operatore ecologico né, tantomeno, un autocompattatore. Sono rimasti solo gli operai cantonieri della provincia. Ma cosa dovrebbero fare? Ci vorrebbe una telecamera da installare per individuare i responsabili”.
Enzo Cafà, Nunzio La Cognata, Salvatore Lo Chiano, Antonino Emmanuello e Claudio D’Errico puntano il dito non solo in direzione di chi, senza rispetto alcuno per la tutela ambientale e per gli agricoltori e i residenti di Passo di Piazza, sversa rifiuti ma anche verso i responsabili del servizio di raccolta. “Dove sono il sindaco o l’assessore di turno? – chiedono – perché non c’è nessun controllo? In questa zona, cerchiamo di portare avanti coltivazioni biologiche e stiamo ripristinando quelle tradizionali come gli alberi di carrubo. Dovremmo farlo invasi dalla spazzatura?”.
Lungo l’intera area, i vecchi abbeveratoi sono stati trasformati in discariche a cielo aperto. “Piuttosto che rivalutarli – continuano – come testimonianza della nostra tradizione agricola e come vera e propria archeologia di questi luoghi, sono stati abbandonati e i risultati, purtroppo, sono sotto gli occhi di tutti”. Gli operai cantonieri in servizio per conto della provincia hanno inoltrato una serie d’esposti alla procura della repubblica.
“Come se non bastassero le strade e i canali di scolo invasi da rifiuti e amianto – concludono Cafà, La Cognata, Emmanuello, Lo Chiano e D’Errico – dobbiamo sopportare anche gli incendi di enormi cumuli. I roghi rilasciano sostanze pericolose in atmosfera a pochi passi dai nostri terreni. Le fiamme vengono appiccate ad ogni ora del giorno. I rifiuti non vengono rimossi e, per tutta risposta, vengono distrutti dalle fiamme. E’ ora di smetterla, questa situazione sta diventando insostenibile. Alcuni agricoltori hanno già scelto di abbandonare questa contrada, lasciando alla mercé di tutti i loro campi”.