Gela. I debiti, almeno a Palazzo di Città, non hanno solo il logo della Tekra, l’azienda campana che gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e chiede di avere circa dieci milioni di euro. Debiti non ne mancano. Ci sono i professionisti che devono avere i soldi a copertura delle loro parcelle ma anche le aziende che hanno svolto lavori per conto dell’ente, solo per citare alcuni casi. Nelle casse del municipio, però, non è tutto oro ciò che luccica, anzi di “oro” non ce n’è proprio. Le difficoltà finanziarie sono palesi, rese ancora più complesse dai tagli decisi a Palermo e Roma ma anche dal drastico calo delle royalties petrolifere incassate a Palazzo di Città.
Il predissesto. Quindi, i dieci milioni chiesti da Tekra sembrano un’asperità quasi insormontabile e a Palazzo di Città c’è già chi si spinge oltre. “Se l’ente non è in condizione di coprire per intero i debiti – dice Vincenzo Cirignotta – può dichiarare lo stato di predissesto e spalmare i debiti in un arco temporale di venti anni. La legge finanziaria lo consente. E’ chiaro, però, che tutto deve passare da una concertazione con il consiglio comunale, che ha l’ultima parola. Serve un’operazione di trasparenza. In Comune, non ci sono solo i debiti della Tekra e del servizio rifiuti”. Le prossime settimane saranno tutte in salita, almeno per il sindaco Domenico Messinese e per gli uomini dei numeri, l’assessore Fabrizio Morello e il dirigente Alberto Depetro. Con pochi soldi a disposizione e i debiti che crescono, la cassa concederà ben poco.
Ma perche non paga chi nel tempo questi debiti li ha generati? Non puo sempre pagare il popolo per. Queste catastrofiche gestioni