Gela. Mentre la casa di ospitalità “Antonietta Aldisio” non riceve da 8 mesi una nuova richiesta di ricovero e le operatrici minacciano di incrociare le braccia per il mancato pagamento di 18 mensilità, il commissariato ha sospeso per quindici giorni la licenza all’hotel Sileno.
“Non era idoneo”. Il provvedimento scaturisce dal rinvenimento di sei ex pazienti della Rsa Cposoprano, dimessi dall’Asp, e ospitati presso l’albergo del rione Giardinelli. L’indagine, avviata dagli agenti del commissariato di polizia e dai militari della guardia di finanza, ha permesso di stabilire che i sei anziani ricevevano anche un’assistenza sanitaria confermando l’ispezione avviata da Giuseppe Piva, direttore del Distretto sanitario provinciale dell’Asp. Con esattezza,erano state allestite cinque stanze all’interno dell’albergo. “L’hotel Sileno non ha le caratteristiche per essere una struttura sanitaria – spiega Piva – L’associazione “Dopo di noi” gratuitamente garantiva servizi sanitari. Le sei persone alloggiavano in due stanze singole e due doppie. Un’ulteriore stanza era adibita a spogliatoio e utilizzata per stipare i farmaci”. I pazienti erano stati dimessi dalla Rsa Caposoprano a seguito di un provvedimento dei medici dell’Asp ma solo a conclusione delle proroga al periodo di cura.
Le reazioni. “Ci saremmo aspettati di ricevere una telefonata per ricoverarli presso la nostra Rsa – spiega Francesco Crimaldi, responsabile della Casa di cura Santa Barbara – Invece non accade nulla. Siamo costretti a indicare giornalmente la disponibilità dei posti presso la Rsa di Macchitella ma l’Asp non garantisce il turn-over dei pazienti promesso. Alle dimissioni non fanno seguito nuovi ricoveri. Eppure, dopo le cure, indichiamo ai familiari le case di ospitalità del territoriodove rivolgersi”. Secondo don Giovanni Tandurella, responsabile della casa Antonietta Aldisio, “non si registrano nuovi ricoveri perché le famiglie fanno ricorso alle rsa facendo breccia delle risorse economiche del sistema sanitario. In questo modo le pensioni – conclude – possono essere impiegate per altri fini”. Gli inquirenti ipotizzano che dietro l’assistenza e la riabilitazione degli anzianipossa nascondersi un vero e proprio giro di affari illeciti. I sospetti sono sfociati nel blitz all’hotel Sileno e in quello avviato in collaborazione con la polizia municipale in via Cicerone, dove due pensionati venivano accuditi in una struttura priva di qualsiasi autorizzazione e quindi completamente abusiva.