Gela. Telefonate dal tono minaccioso e riferimenti alla sua famiglia. Nonostante ciò, il pittore Giovanni Iudice ha deciso di ritirare la querela presentata nei confronti di Umberto Siciliano, imputato davanti al giudice Fabrizio Molinari con l’accusa di molestie.
“Conosco da tempo Siciliano – ha detto in aula proprio Giovanni Iudice – ha spesso avuto problemi economici che lo hanno spinto a protestare davanti agli uffici degli assessorati comunali. Ad un certo punto, però, era diventato aggressivo. Nonostante l’avessi sostenuto, minacciò di incendiare la mia vettura e quella di mia moglie. A quel punto, ho deciso di cautelarmi. Ma, alla fine, ho deciso di ritirare la querela per non arrecargli altri problemi”.
Le attenzioni particolari rivolte dall’imputato in direzione del pittore risalgono all’estate di due anni fa. Davanti al racconto reso in aula dalla vittima, lo stesso pubblico ministero Sonia Tramontana ha modificato la sua linea d’accusa. Siciliano, difeso dall’avvocato Carmelo Tuccio, doveva rispondere delle presunte molestie nei confronti di Iudice e della sua famiglia.
Nello stesso periodo, inoltre, a causa dei problemi economici che lo avevano colpito: si era presentato a Palazzo di Città, inscenando una plateale protesta nei pressi dell’ufficio che si occupa dei rapporti con il pubblico.
Davanti all’utenza idrica staccata dagli operatori di Caltaqua, l’uomo cercava spiegazioni. Una presenza, la sua, che non passò inosservata. Il giudice Fabrizio Molinari, comunque, ha deciso di assolverlo.
Un verdetto confermato dalla lettura in aula del dispositivo di sentenza.