“Ha violato i sigilli”, Ottantenne condannato per abusivismo…ma è morto

 
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Gela. E’ recentemente deceduto ma è stato ugualmente condannato. Una coppia di coniugi ultraottantenni, infatti, è stata giudicata colpevole di aver violato i sigilli imposti ad un immobile di loro proprietà.

L’imputato Angelo Bosco, però, come confermato in aula dall’avvocato difensore Salvo Macrì, è da poco scomparso. Il legale, nonostante l’inatteso epilogo, non è riuscito, a causa dei tempi fin troppo stretti, a presentare una documentazione ufficiale che attestasse il decesso.
Per questa ragione, il pubblico ministero Francesco Spataro ha chiesto comunque la condanna per lo stesso Bosco e per la moglie Concetta Di Menza. L’avvocato Salvo Macrì, invece, si è opposto alla richiesta, chiedendo l’assoluzione per entrambi.
Alla fine, il giudice Fabrizio Molinari ha emesso un verdetto negativo sia per il defunto che per la moglie. Sette mesi di reclusione sono stati inferti alla donna: nove, invece, ad Angelo Bosco.
La coppia di coniugi è finita sul banco degli imputati dopo aver realizzato una copertura non autorizzata per evitare possibili infiltrazioni piovane nell’immobile di loro proprietà. Un’attività finita nel mirino della polizia municipale.
La realizzazione del manufatto è costata cara sia alla donna che al marito, oramai defunto. Senza una certificazione ufficiale, comunque, non è stato possibile accertarne il decesso: così, è stato ugualmente condannato.

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