Gela. “I progetti del Patto per il Sud? Quando mi sono insediato in municipio erano a pezzi, fermi. C’era un fermo biologico che durava da mesi”. Il commissario straordinario Rosario Arena, che per circa otto mesi ha gestito le sorti di Palazzo di Città (a cavallo tra la sfiducia all’ex sindaco Domenico Messinese e l’insediamento dell’avvocato Lucio Greco), conosce bene le carte che hanno poi portato al “definanziamento” da trentatré milioni di euro, deciso dalla Regione. “Se qualcuno vuole strumentalizzare questa vicenda per addossare responsabilità su di me, allora sbaglia di grosso – continua – ogni procedimento ha un rup e soprattutto un dirigente che deve coordinare tutte le attività. Mi sembra più che evidente. Dopo che gli ispettori regionali effettuarono le verifiche, ho dato precise indicazioni ai settori e ai responsabili dei procedimenti del Patto per il Sud. Cosa altro avrei dovuto fare? L’ispezione disposta dalla Regione non fu certamente casuale. Quando si portano avanti iter così complessi, è necessario che nei settori si lavori di gruppo e questo evidentemente non è accaduto. Il mio mandato è scaduto dopo otto mesi, non ho avuto altro tempo da dedicare ai progetti del Patto per il Sud”. Arena, che il metaforico testimone l’ha passato al sindaco Lucio Greco, sembra piuttosto scettico quando valuta quello che è accaduto dopo il suo addio a Palazzo di Città. “E’ stato eletto un sindaco che deve programmare per cinque anni, non ho altro da aggiungere – spiega ancora – quando si è insediato ho cercato di creare i canali istituzionali con la Regione. Poi, il mio incarico si è concluso”.
Il colonnello qualche spunto ulteriore, però, lo concede. “Tra i motivi della mia nomina a commissario straordinario – conclude – c’era sicuramente la necessità di affrontare l’emergenza rifiuti e ho messo una pezza, a modo mio, anche con le segnalazioni a tutte le autorità preposte. Se non si segue la linea della legalità…Caltaqua? Purtroppo, non ho avuto modo di concludere quello che avevo iniziato. Avevo individuato un legale, per conferirgli mandato ad agire in sede giudiziaria. A Palermo, chiesi a Caltaqua una riduzione delle bollette, almeno per sei mesi, come compensazione per i tanti disservizi. Ora, invece, dove sono le azioni giudiziarie contro l’azienda? Se c’è inerzia, allora l’amministrazione dovrebbe prendersela con sé stessa. Amministrare una città come Gela non è semplice. Le colpe, di certo, non possono ricadere su un commissario, rimasto in carica per appena otto mesi”.
Una città stremata con tanti bisogni e necessità, cosa si fa!! Si rimpallano le responsabilità a vicenda. Dico io, se c’è stato qualcuno che non ha fatto il suo dovere nei vari uffici preposti, fregandosene della città e del bene comune, chi di dovere, individuateli e cacciateli via, perché non sono degni di questa città.
Da 50 anni a questa parte la colpa non e mai di nessuno!!!!!
Anzi tutti i protagonisti negativi che hanno amministrato vorrebbero far credere di avere meriti che non esistono
Ma se non sbaglio caro ex commissario straordinario regionale,non fu lei a fare ruotare i dirigenti comunali in altre mansioni,distraendo dal loro incarico coloro che avevano fino all’ora portavano avanti i progetti?Se così è,fu proprio una bella mossa,per fare perdere i finanIamenti a Gela,caro ex commissario!Ovviamente,ciò non significa che coloro che si sono succeduti,non abbiano responsabilità,e se ne escono dicendo:Nenti sacciu e nenti vitti,e poi si viene a sapere,che tutti sapevano e che tutti avevano visto!
È inutile che l’ex commissario tenti maldestramente di girare la frittata. La scadenza dei progetti era il 25 marzo 2019 e all’epoca c’era lui è non altri.
Il danno causato da questo commissario alla città è stato micidiale. Non c’ Stato un atto, dicasi uno che non abbia causato danni.
Dovrebbe perlomeno risparmiarci di dare giustificazioni che non hanno alcun supporto amministrativo. Ha approfittato anche dell’incapacità dei dirigenti i quali gli fanno preso subito le misure.