Gela. Lo strappo politico è stato di quelli che difficilmente si potranno aggiustare, a stretto giro. Nella maggioranza del sindaco Lucio Greco, ormai, prevale la diffidenza tra anime che fanno fatica a dialogare e ad andare avanti insieme. Le commissioni e i tanti distinguo sul caso Timpazzo hanno aperto la falla e soprattutto i consiglieri più vicini al sindaco, pare gli abbiano chiesto una netta presa di posizione. Ci sono “lealisti” che a questo punto sembrano non avere più certezze, neanche sul voto per il bilancio di previsione 2021, che a breve arriverà in consiglio comunale. L’atto finanziario potrebbe essere una svolta, in che senso però bisognerà capirlo nei prossimi giorni. Sembra che il sindaco, almeno per ora, non voglia mettere intorno ad un tavolo tutti i suoi alleati. Una cosa è certa, diversi pro-Greco, per le nuove commissioni, hanno scelto la strada del dialogo con l’opposizione, senza seguire la linea preventivata. I consiglieri più vicini all’avvocato hanno preferito non presentarsi, in attesa di un pronunciamento del segretario generale. “Liberamente”, l’Udc, Forza Italia, “Impegno Comune” e l’indipendente Rosario Trainito, invece, hanno seguito un altro crinale. Ora, sembra che i “lealisti” vogliano un pronunciamento da parte del primo cittadino, questa volta netto. Non si accontentano più del solito briefing, prima di entrare in aula consiliare. Addirittura, pare che negli ultimi giorni abbia ripreso piede l’eventualità di un azzeramento, non solo della giunta ma più in generale dell’intera impalcatura politica e tecnica messa su dall’avvocato in questi due anni di amministrazione. C’è chi pensa che possa essere l’unica soluzione per ripartire, insieme a chi vorrà starci. Qualcuno starebbe parlando di “un patto per la città”, senza trascurare l’eventualità di un dialogo, anche con forze che sono attualmente all’opposizione dell’amministrazione comunale.
Lo spettro politico, in una situazione di forte instabilità come quella che si vive tra i pro-Greco, riporta al 2018 dell’ex giunta Messinese, che finì sfiduciata con due anni di anticipo. Un’eventualità, certamente lontana, che nessuno vorrebbe affrontare, ma che ultimamente è ritornata nei pensieri di chi pensa che ormai l’alleanza di due anni fa sia alle battute finali, con il colpo di grazia delle nuove commissioni consiliari. Tocca all’avvocato Greco, a questo punto, riprendere le fila del discorso.
Lo spettro di una sfiducia al sindaco sta per affossare più la città e se con il commissariamento c’è stato un ritardo per i progetti finanziati dal governo crocetta e l’aumento della tassa sui rifiuti, questa volta toccheremo il fondo di una totale azione fallimentare della politica locale.