Gela. Da circa sei anni è un costante nulla di fatto, infarcito da esposti e sospetti. Il futuro del polo agro-fotovoltaico “Ciliegino” è ancora avvolto da una fitta nebbia di incertezze. I responsabili di Agroverde, la cooperativa che ha voluto l’investimento, ritengono di poter avere altre carte da giocare e di recente si sono presentati in Regione, insieme all’amministrazione comunale e ai referenti di un fondo di investimento australiano, collegato ad una società britannica. A Palazzo di Città, pare che attendano qualcosa di concreto. Al momento, vere garanzie non ce ne sarebbero, se non da un punto di vista di azioni giudiziarie. Il liquidatore dell’associazione “Airone”, che nelle aree espropriate per l’avvio dei cantieri gestiva un’aviosuperficie, conferma l’avvio di un’azione esecutiva mobiliare nei confronti della coop. “Abbiamo dato mandato – dice l’avvocato Giuseppe Nicosia – riteniamo che non sia più giustificabile alcun tipo di ritardo. Il nostro diritto è incontestabile, ma Agroverde non ha dato seguito. Il tempo delle attese è finito”. Nicosia, che da anni segue le intricate storie che girano intorno al fallimentare progetto “Ciligino”, non ha nascosto l’eventuale intenzione di rivolgersi alla procura della Corte dei Conti, qualora l’inerzia dei referenti della cooperativa ma anche dell’amministrazione comunale dovesse proseguire. Il sindaco Lucio Greco sta gestendo in prima persona una “grana”, che rischia di pesare enormemente sulle casse del municipio. L’avvocato sarebbe ormai pronto ad aprire a nuove trattative, qualora Agroverde e l’ennesimo investitore portato al tavolo non daranno garanzie concrete. Avrebbe dato termine fino al periodo natalizio, per poi guardarsi intorno.
Non mancherebbero altre offerte e il sindaco le starebbe vagliando, compresa quella del gruppo tedesco, che si era già fatto avanti al tempo dell’amministrazione Messinese, mettendo sul tavolo garanzie finanziarie per rilevare l’intero progetto e coprire i costi degli espropri, che sono quelli che più preoccupano l’amministrazione comunale. La “saga” del polo mai realizzato sta per battezzare il settimo anno, in attesa che qualcosa possa veramente sbloccarsi, in un territorio che patisce l’assenza di occupazione.
ma cosa deve valutare il sindaco su una autorizzazione data dalla regione con documenti falsi,