Gela. All’indomani del violento nubifragio che si è abbattuto sul territorio al Comune si fa un bilancio di danni e interventi.
La situazione. Sono caduti circa 93 millimetri di pioggia. Un fatto eccezionale considerato che nell’arco di un anno solare solitamente ne cadono 300. Gli interventi sono stati immediati ma non ovunque. Il sindaco ha ringraziato i vigili urbani che hanno lavorato incessantemente fino alle 23,30 per consentire alle imprese di intervenire dove necessario per garantire sicurezza.
Associazioni di volontariato non all’altezza. Lo stesso non si può dire delle associazioni di volontariato adette alla Protezione civile. Solo alcune associazioni (4 Eligiò Soccorso, 17 unità e mezzi Procivis e 3 Corpo Volontari per il soccorso) hanno risposto all’appello e si sono adoperate per dare una mano. E il Comune sta pensando di rivedere convenzioni con chi usa locali pubblici senza poi dare una mano reale.
I danni. Sono tre i problemi atavici da risolvere nel medio termine. “E’ un problema strutturale – ha detto il sindaco Domenico Messinese – la condotta fognaria di via Venezia non può raccogliere acque bianche e nere e tantomeno servire adeguatamente i residenti. Ecco perché Caltaqua e l’Ato devono accelerare il progetto del rifacimento della condotta”.
“Non possiamo aspettare il 2023 – ha detto l’assessore Nuccio Di Paola – Ato idrico e Caltaqua sono già state convocate”. Il raddoppio del depuratore consortile, seppur sbandierato in passato da altri protagonisti, non è mai avvenuto, così come anche l’Orto Pasqualello crea problemi non indifferenti.
L’assessore Di Paola ha risposto alle critiche sostenendo come il personale comunale aveva tolto il giorno prima delle piogge tutti i tappetini che ostruivano le caditoie.
Le strade sono riaperte. Riapre la bretella Borsellino. Rimane chiuso parte del lungomare per consentire la rimozione dei detriti caduti sull’asfalto dove il Genio civile sta realizzando delle mura di contenimento.
