Gela. “Lo stato degli invasi locali è sempre più preoccupante. Senza piogge, saremo costretti a razionalizzare ancora di più la distribuzione idrica tra i campi”. La crisi dei bacini artificiali. Il direttore del Consorzio di bonifica Vincenzo Caruso, già nelle prossime ore, avvierà un primo monitoraggio rispetto alla situazione dei bacini artificiali che servono i campi della Piana di Gela e non solo. “Purtroppo – spiega – la diga di Comunelli risente di carenze strutturali che non sono state ancora risolte. Il vero problema è la carenza idrica nel sistema che si fonda sugli invasi di Disueri e Cimia. Se va in crisi anche questo punto nevralgico, allora saremo costretti a razionalizzare ulteriormente le risorse”. L’assenza di piogge non favorisce l’afflusso negli invasi. Per Caruso, una delle poche soluzioni adottabili è quella di sfruttare le acque dell’invaso del Ragoleto. “Eni ha oramai scelto soluzioni diverse – continua – per questo motivo, dando comunque priorità all’uso domestico, l’acqua del Ragoleto dovrebbe essere destinata alle aziende agricole. Ovviamente, sono necessarie infrastrutture minime da realizzare prima possibile”. Una soluzione seguita anche dall’amministrazione comunale con la quale continua a dialogare proprio il direttore del Consorzio di bonifica. “Il vicesindaco Simone Siciliano – conclude Caruso – ha più volte battuto su questo punto. Non bisogna dimenticare, però, che per le aree agricole della città sarebbe utile anche un sistema di riutilizzo delle acque reflue depurate. Altrimenti, decine di aziende locali sono a rischio. Non dimentichiamo che questo territorio è comunque scarsamente piovoso, non ci si può limitare ad attendere i fenomeni meteorologici”.