Gela. Il percorso, accidentato, che dovrebbe portare al passaggio definitivo di consegne dall’Ato idrico Cl6 alla nuova Ati potrebbe andare verso la svolta, entro fine mese. Questa mattina, si è tenuto un confronto con la prefettura. Il presidente dell’Assemblea territoriale idrica Massimiliano Conti, su richiesta dei sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil e del Forum dei movimenti per l’acqua pubblica, ha spiegato che entro le prossime ore dovrebbe ricevere la relazione finale, prodotta dall’Autorità idrica toscana, che in questa fase coadiuva l’Ati nel percorso tecnico e amministrativo per il passaggio di consegne. Davanti al prefetto di Caltanissetta Cosima Di Stani, Conti ha proseguito, sostenendo che la relazione verrà poi sottoposta all’assemblea dei sindaci, per l’approvazione definitiva. Tocca ai primi cittadini affidare a Conti il mandato per chiudere definitivamente l’iter, con il passaggio di consegne. I tempi si sono allungati e più volte i confederali Ignazio Giudice, Emanuele Gallo e Vincenzo Mudaro hanno spinto per ottenere chiarezza e tempi precisi. Senza la staffetta da Ato ad Ati anche gli investimenti rimangono fermi. Si tratta di progetti per la rete idrica e la depurazione, di valore non inferiore ai 60 milioni di euro. Entro il prossimo 19 ottobre, su richiesta dei sindacati, dovrebbe tenersi un nuovo incontro, sempre mediato dalla prefettura nissena, per fare il punto della situazione e probabilmente prendere atto del passaggio. Se questo percorso pare destinato a concludersi, non c’è ancora molta chiarezza sul futuro della gestione del servizio. Da più parti si spinge per un ritorno alla gestione pubblica, con lo scioglimento anticipato del contratto che lega l’ambito a Caltaqua, ritenuta inadempiente. La commissione tecnica, della quale fa parte anche il sindaco Lucio Greco, lo scorso anno aveva deciso per lo scioglimento, ritenendo che l’azienda italo-spagnola non abbia rispettato i dettami del contratto di servizio. In città, oltre all’acqua che manca quasi in continuazione, a pesare sono le bollette, economicamente insostenibili per tante famiglie. Costi elevati e servizio inefficiente, secondo gli esponenti del Forum, dovrebbero essere alla base di un ritorno alla gestione pubblica.
L’ambito in mano a Caltaqua e il sovrambito gestito da Siciliacque, ad oggi non hanno prodotto sviluppi significativi. Tanti quartieri della città sono attraversati da crisi idriche periodiche. Il passaggio di consegne deve anche tenere conto dell’esito di due arbitrati milionari, che hanno dato torto all’Ato idrico nella contesa con Caltaqua. L’Ati rischia di dover subentrare anche in queste “pericolose” pendenze finanziarie.