Gela. “Ce la faremo, ce la faremo”. Lo ha ripetuto a se stesso e a tutti i suoi compagni di lavoro per diciotto mesi. Da quando Angelo Fichera, esperto di carpenteria metallica e saldature, si è trasferito sui resti della Concordia, una sfida professionale diventata ragione di vita.
“Per mesi e mesi abbiamo lavorato come formiche sulla pancia della grande nave, mettendo insieme una saldatura dietro l’altra e ora siamo arrivati in fondo. E’ con immenso orgoglio che mi sento di far parte di un’impresa unica al mondo. Da quando abbiamo iniziato – ha raccontato al sito vocedivieste.org – non ho smesso un attimo di tenere sotto controllo le operazioni dalla piattaforma. E’ un incarico di responsabilità e come la penso io la pensano anche tutti i miei colleghi. Siamo orgogliosi di far parte di questa operazione”.
Fichera, gelese sposato con una pugliese, ha iniziato a lavorare nei campi dell’Eni, con le tubature dei gasdotti e l’impiantistica di grande formato. Queste sue credenziali lo hanno portato alla Micoperi di Ravenna, l’azienda che ha partecipato al recupero del relitto mettendo in campo per la prima volta tecnologie e metodi unici al mondo. Al Giglio è uno dei 500 tecnici superselezionati che ha avuto la responsabilità della riuscita dell’impresa.