Ostetricia e ginecologia tra i disagi al Vittorio Emanuele, infiltrazioni d’acqua e poca privacy

 
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Gela. In attesa dell’avvio degli interventi di realizzazione dell’Unità di terapia intensiva neonatale (Utin), il reparto di Ostetricia e ginecologia paga una carenza strutturale legata all’assenza degli adeguamenti necessari ad elevare gli standard ospedalieri.

Tante carenze in reparto. La diminuzione delle nascite, ferme nel 2015 a 788 contro le 798 dell’anno precedente, è un dato che da solo rischia di evidenziare lo stato di degrado che caratterizza il punto nascita del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”, riferimento per il Distretto Cl2 che comprende anche i Comuni di Niscemi, Mazzarino, Butera e Riesi. La lunga lista dei disagi annovera una sala di attesa dei pazienti priva di privacy e con aeratori guasti. Pavimentazione sterile staccata e perfino infiltrazioni d’acqua dal controsoffitto causate dalle tubature colabrodo perché arrugginite. Il personale, per correre ai ripari, ha collocato una bacinella nell’accesso alla sala parto. Il manager dell’Azienda sanitaria provinciale, Carmelo Iacono, nell’evidenziare le criticità ha confermato la carenza della dotazione strumentale e strutturali annunciando una inversione di tendenza. “Quando mi sono insediato, a febbraio dello scorso anno – precisa il direttore generale – ho trovato una serie di criticità e da subito mi sono attivato per risolverle, programmando un preciso piano di azione che comprende l’avvenuto acquisto di apparecchiature all’avanguardia (letto travaglio, termoculla da asporto per neonati patologici, ecografo per morfologica, resuscitatore neonatale) e la ristrutturazione dei locali per l’Utin, al terzo piano. Il progetto definitivo e rimodulato è stato approvato ed assegnato all’Urega per la pubblicazione del bando di gara previsto entro il prossimo mese”.

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