Gela. Da mesi, ormai, non riesce più ad avere risposte né ad ottenere interlocuzioni con le aziende, nel tentativo di rientrare in raffineria, dove ha lavorato per quattordici anni, in diverse società dell’indotto. L’operaio Salvatore Iudice adesso si dice “disperato”. Con una famiglia a carico e praticamente senza più ammortizzatori sociali a disposizione, non sa come andare avanti. Ci sono spese, bollette ed altri impegni finanziari da rispettare. “Non ce la faccio più – spiega – pensavo che la mia vicenda potesse interessare le aziende e i sindacati. Invece, il silenzio è assoluto”. Iudice ha lavorato alle dipendenze di “Ecologica” e “Ekso”. La sua esperienza tra gli impianti di raffineria e nelle bonifiche si è però interrotta quando si è trattato di passare alla “Secom”, che ha acquisito i contratti che erano della ragusana “Ekso”. Solo il suo nominativo è stato depennato, mentre i colleghi sono stati assorbiti e la nuova società di recente avrebbe provveduto ad effettuare ulteriori assunzioni. E’ a tutti gli effetti un operaio dell’indotto “storico” di raffineria. “Non ho mai capito perché non mi sia stata data una possibilità – aggiunge – ho sempre lavorato regolarmente e con risultati riconosciuti dalle aziende che nel tempo mi hanno assunto. Poi, tutto si è fermato e ora non so come fare. Non riesco ad andare avanti. Ho chiesto un aiuto anche ad Eni, ma è stato tutto inutile”.
Di recente, la segreteria provinciale dell’Ugl metalmeccanici, retta da Francesco Cacici, ha chiesto che le aziende dell’indotto attingano dalla lista di disponibilità dell’indotto “storico”, in vista delle prossime assunzioni. Iudice, senza più un lavoro e con enormi difficoltà per mantenere la famiglia, potrebbe anche decidere di avviare azioni di protesta.