Gela. Il duro scontro tra il sindaco Lucio Greco e l’amministratore Ghelas Gianfranco Fidone, nelle ultime ore, è andato incontro ad un nuovo “capitolo”. Nessun rappresentante dell’amministrazione comunale si è presentato alla seconda convocazione dell’assemblea dei soci della partecipata, dopo che già era saltata la prima convocazione di martedì. Fidone ha parlato di “enormi perplessità sull’operato dell’ente, che evidentemente non ha ancora ben chiara la gravità della situazione societaria”. Un muro contro muro che preoccupa ancora di più i lavoratori, incerti sul futuro di un’azienda, per la quale non si esclude neanche la procedura di liquidazione. “Auspico che questo teatrino possa finire presto e che venga fatto tutto ciò che serve da entrambe le parti per poter garantire un sereno proseguimento ai lavoratori – dice il segretario provinciale del terziario Ugl Gianmatteo D’Arma – voglio ricordare, che ormai da più di dieci anni, i dipendenti Ghelas non hanno il Tfr versato, però regolarmente trattenuto dagli stipendi. Potrebbe profilarsi il reato di appropriazione indebita”. La guida della partecipata ha avviato un’azione che mira soprattutto al recupero di queste somme, destinate poi ai dipendenti.
Anche i dipendenti vogliono essere coinvolti e D’Arma chiede ufficialmente una convocazione, alla presenza del sindaco e del manager Fidone. “Non conosciamo ancora la situazione reale dell’azienda, lo scorso luglio l’amministratore e il sindaco ci hanno chiesto, con una missiva, di dargli del tempo, almeno fino ai primi giorni di settembre, di modo da incontrarci e vagliare la soluzione trovata. Da ciò che apprendiamo, sembra però che nessuna soluzione sia stata trovata – continua il sindacalista – vogliamo essere convocati e se ciò non dovesse avvenire, allora inizieremo la nostra protesta. Non permetteremo che vengano intaccati i posti di lavoro”. Intorno alla Ghelas si muovono importanti interessi, politici ma anche di tenuta finanziaria.