Gela. “La legge speciale del 2014 continua a non essere applicata. Trecento lavoratori locali esposti all’amianto potrebbero andare in pensione e non possono farlo”. L’incontro con l’assessore regionale. I componenti della commissione comunale ambiente e sanità e il presidente della sezione locale dell’Osservatorio Nazionale Amianto Salvatore Granvillano hanno incontrato l’assessore regionale Maurizio Croce. “Non è stato effettuato il monitoraggio dei siti dove è presente amianto – spiegano Virginia Farruggia, Giuseppe Ventura, Salvatore Farruggia, Crocifisso Napolitano e Maria Pingo – mancano i dati trimestrali dei lavoratori ed ex lavoratori esposti all’amianto. Così, tutte le procedure sono bloccate”. Nella gran parte dei casi, gli operai locali esposti all’amianto che si rivolgono ai giudici civili ottengono il riconoscimento solo fino al 1992. In tutto questo, enti come Inail e Inps continuano ad impugnare le sentenze favorevoli agli operai della raffineria. “L’applicazione della normativa – continuano Granvillano e i consiglieri – assicurerebbe il riconoscimento almeno fino al 2003. Diverse inchieste giudiziarie hanno dimostrato la presenza di amianto nella fabbrica Eni”. Croce ha aperto all’attivazione di un protocollo d’intesa tra il dipartimento della protezione civile e l’Arpa. In questo modo, potrebbe essere finanziato il monitoraggio nelle aree a rischio e la relativa certificazione della presenza di amianto.